Dal 15 aprile riscaldamenti spenti (ma non ovunque)

In un terzo dei Comuni del Biellese non ci sono limitazioni all’accensione delle caldaie. Il caso particolare di Biella e Valdilana divise in due

È scaduto in buona parte del Biellese il periodo invernale in cui è consentito tenere accesi gli impianti di riscaldamento. Dal 15 aprile fino alla metà di ottobre, salvo anticipi o proroghe (che per ora non sono state firmate), le caldaie devono rimanere spente nei due terzi dei Comuni della provincia. Fanno eccezione i 25 centri considerati in fascia F, quella montana tra le zone climatiche in cui un decreto firmato trent’anni fa ha suddiviso l’Italia. Si tratta di Ailoche, Andorno, Callabiana, Camandona, Campiglia, Caprile, Donato, Graglia, Magnano, Miagliano, Muzzano, Netro, Pettinengo, Piedicavallo, Pistolesa, Pollone, Portula, Pralungo, Rosazza, Sagliano, Sala, Sordevolo, Tavigliano, Torrazzo e Zumaglia. Qui i termosifoni possono restare accesi, in caso di necessità, tutto l’anno senza limitazioni.

C’è poi il caso particolare di Biella e di Valdilana, divise in due per la loro particolare conformazione territoriale. Il capoluogo ha inserito nella fascia senza limiti le abitazioni che stanno oltre i 645,14 metri di altitudine: la linea immaginaria è oltre Cossila San Giovanni e fa sì che da Favaro a Oropa non ci siano periodi di stop per il riscaldamento. Valdilana ha mantenuto le differenze che esistevano prima della fusione: Trivero e Mosso non hanno limitazioni, Soprana e Valle Mosso devono spegnere le caldaie tra aprile e ottobre.

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