Guerra dichiarata agli incivili dell’immondizia

Il sindaco Enrico Moggio: «Installeremo altre fototrappole, che finora si sono rivelate molto efficaci in diverse zone della città»

L’ennesimo abbandono di immondizia, già ripulita dal personale di Seab, è avvenuto lo scorso fine settimana nella zona di Lorazzo.

Le immagini diffuse sui social hanno suscitato una scena già vista più volte: l’indignazione dei cittadini e lo sdegno di chi è attento all’ambiente e rispettoso degli spazi comuni.

L’area in questione è quella in cui si trova la campana del vetro a Lorazzo. Accanto al contenitore verde si è trovato di tutto: ceste, cassetti, pneumatici, ingombranti. Qualcuno deve aver svuotato un garage o una cantina e trasportato con un mezzo molto capiente ciò che poteva essere conferito all’ecocentro di via Paruzza, distante pochissimi chilometri.

Dice il sindaco Enrico Moggio: «Siamo di fronte a un nuovo caso di inciviltà, che senz’altro fa rabbia. Comprendo bene lo sdegno di chi sui social si lamenta, perché è lo stesso sentimento che proviamo noi amministratori ogni volta che dobbiamo far fronte a casi di questo genere. La soluzione che sta funzionando in alcune zone della città ci è data dalle fototrappole: senz’altro valuteremo di ampliare il numero di questi dispositivi a nostra disposizione».

Le fototrappole sono state immaginate per rispondere a un bisogno di controllo e di maggiore sicurezza: oltre a essere utili per cercare di individuare i responsabili di furti e atti di vandalismo, risultano il meccanismo perfetto per il caso degli abbandoni di immondizia: il dispositivo è piccolo e, se nascosto accuratamente, consente tramite un sensore che rileva i movimenti di scattare una fotografia nel momento in cui qualcuno si avvicina a un luogo.

Il comune di Cossato oggi ha a disposizione due fototrappole. Il fatto stesso di disporne e installarle in luoghi precisi, senza avvisare quali siano, dovrebbe avere un effetto già di per sé deterrente, perché le persone malintenzionate non sanno se, in quella precisa area, in quel momento sia attiva la fotocellula.

«Di fatto in molte zone critiche le fototrappole hanno avuto successo» spiega il sindaco Moggio. Anche perché consentono di avere elementi utili per risalire all’autore del fatto commesso. «Per questo stavamo già valutando di acquistarne altre: l’idea è di aumentare il numero di aree coperte per far capire ai cittadini che la probabilità di essere ripresi è più elevata».

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