Estorsione, “Bocca di rose” finisce in prigione

Lei, 33 anni, romena, fa vita di strada nel Torinese. Mercoledì era a Biella per incontrare un anziano che aveva conosciuto qualche tempo fa e con il quale era entrata in confidenza. Le aveva raccontato delle sue difficoltà legate alla vita di strada, forse anche di problemi di salute dei familiari, motivi che l’avrebbero indotta a quella “professione”, ed era riuscita a impietosirlo fino a farsi dare dei soldi. Una, due, tre volte. L’uomo, stanco delle sempre più continue richieste di denaro, nel frattempo accompagnate da toni minacciosi, alla fine non ha trovato altra soluzione per uscire da quello che si stava trasformando in un incubo se non quello di rivolgersi alla polizia. Gli agenti della Squadra mobile, coordinati dall’ispettore capo Marika Viscovo, hanno teso un’imboscata alla donna. Allettata dall’idea di ricevere altri soldi lei ha raggiunto Biella in treno. L’appuntamento con il suo “benefattore” era al bar della stazione. Quando questo le ha consegnato il denaro richiesto la baldanzosa “signora” è stata circondata dagli agenti in borghese che l’hanno arrestata. L’accusa da cui dovrà difendersi è quella di estorsione. Tradotta in carcere a Vercelli la trentatreenne, che è incensurata, questa mattina comparirà davanti al Giudice per le indagini preliminari (Gip) per la convalida del provvedimento. La donna è difesa dall’avvocato Roberto Doriguzzi Bregata del foro di Torino. Nei guai sono finiti anche due connazionali, 31 e 30 anni, che l’avevano accompagnata in città. Anche per loro l’accusa è quella di estorsione in concorso. La dinamica dei fatti non ancora del tutto chiara: le indagini infatti non sarebbero concluse. Un caso questo che apparirebbe piuttosto border-line tra una vera e propria estorsione e una truffa.

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