La testa di un cinghiale come minaccia

I carabinieri della Stazione di Buronzo hanno deferito per estorsione un 30 enne di Rovasenda.
Verso la fine del mese di novembre dello scorso anno un rappresentante del direttivo del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese-Vercellese, dimorante a Rovasenda (Vc), faceva una macabra scoperta. Uscito di casa, si accorgeva che davanti all’ingresso della sua abitazione era stata posizionata una testa di cinghiale. L’uomo, un 60enne, agricoltore, si allarmava per la scoperta rivolgendosi immediatamente ai carabinieri di Buronzo, raccontando la vicissitudine in cui era rimasto coinvolto. La vittima estremamente preoccupata dall’accaduto, presumendo che l’atto intimidatorio fosse legato al ruolo rivestito all’interno del consiglio direttivo del Consorzio, dopo poco si dimetteva da tale incarico. Gli investigatori, ritenendo che la minaccia fosse verosimilmente legata a dei contrasti interni al consiglio direttivo del distretto di Rovasenda del Consorzio di Bonifica della Baraggia, hanno intrapreso serrate attività di indagine unitamente al Nucleo Investigativo di Vercelli, raccogliendo diversi elementi di reità nei confronti di un 30 enne di Rovasenda, dipendente del Consorzio, che era andato in contrasto con la vittima per ragioni lavorative. L’uomo è stato deferito alla Procura della Repubblica di Vercelli per estorsione poiché con tale azione minatoria aveva ottenuto un indiscutibile beneficio, costringendo la vittima a dimettersi, riuscendo a mantenere il posto di lavoro.

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