In Riviera, tra Italia e Francia. Les couleurs de Monet et les citrons de Menton

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Scusate il titolo in francese ma l’espressione in lingua transalpina, certamente più musicale della nostra, mi ricorda tantissimo non solo i colori visti ma anche i profumi sentiti durante un breve viaggio tra la Riviera Ligure e la Costa Azzurra.Claude Monet, il padre dell’impressionismo, fece diversi viaggi nel Ponente ligure allo scopo di studiare e dipingere quella che chiamava “la luce del sud”. Giunto a Bordighera nel gennaio del 1884 con l’intenzione di fermarsi un paio di settimane, finì per restarci tre mesi e in quel periodo dipinse 38 quadri, alcuni dei quali ritenuti tra i più importanti della sua produzione.I colori di BordigheraHo voluto rifare i passi del celebre pittore nella stessa stagione invernale, curioso di scoprire se le atmosfere di quel tempo sono ancora percepibili oggi. Se si può dire, con una battuta, che il mare è rimasto lo stesso, altrettanto non si può affermare per la cittadina di Bordighera, oggi ben diversa.Nelle cartoline degli anni ’50 si vede ancora la grande piana, tra Capo Sant’Ampelio e la foce del torrente Nervia, punteggiata da campi e da case contadine. Sul mare, alle spalle della bella spiaggia lunga tre chilometri e mezzo, già si contavano diversi alberghi, alcune ville e le colonie estive, tra le quali quella di Vallecrosia, organizzata dall’Unione Industriale Biellese.Poi sono arrivati… i geometri da Torino, come mi ha detto l’amico che sono andato a trovare proprio a Bordighera, e la piana si riempì di costruzioni singole e di condomini, con tanto di vie dritte che si incrociano a scacchiera come nella città sabauda.Per fortuna è rimasto intatto il nucleo di Bordighera Alta, cuore storico della cittadina, che conserva il fascino dei borghi liguri arroccati sulla collina a dominare il mare, con le piazzette e i vicoli perennemente in ombra. Qui ho potuto vedere due alberi monumentali, forse i più grandi che io abbia mai visto, esattamente i due Ficus Macrophylla che dominano il piccolo parco antistante il borgo antico.Il Sentiero del BeodoDa Bordighera Alta parte il Sentiero del Beodo, un itinerario ad anello che si allontana dalla costa per entrare nella valletta del rio Sasso, risalendola per qualche tratto. Qui ho ritrovato i colori e le atmosfere care a Monet e ad altri artisti attivi da queste parti. È la vegetazione mediterranea a incantare, tra muretti a secco, profumi di mimose e di ginestre, olivi e piante grasse, cresciute grazie al microclima caldo e secco che si genera in questa valletta nascosta. Si passa accanto ad un secolare ulivo, detto di San Giuseppe e a monte di un palmeto famoso, fatto di palme Phenix Dactilifera, conosciuto per essere “il più a nord del mondo”, dal quale partivano i rami per la Festa delle Palme in San Pietro a Roma.L’anello completo prevede di lasciare il rio e di salire alla borgata Sasso di Bordighera, altro minuscolo ma affascinante nucleo storico, rientrando poi nel tratto pianeggiante del sentiero del Beodo percorso in partenza.Il Sentiero Le CorbusierAlla passeggiata italiana nella Riviera di Ponente, abbiamo aggiunto quest’anno uno spettacolare sentiero che non conoscevo, situato nella penisola di Cap Martin, nella vicina Costa Azzurra.L’occasione per andarci era data dalla Fête du Citron, manifestazione quasi centenaria che si svolge in questi giorni a Mentone, prima cittadina oltre il confine italiano. Il Sentiero Le Corbusier prende il nome dallo pseudonimo del celebre architetto svizzero, naturalizzato francese e sepolto qui a Roquebrune.Si parte dalla punta di Cap Martin, la piccola penisola che chiude a ponente l’arco di mare dove si trova Mentone. L’inizio del percorso guarda a mezzogiorno, verso il mare aperto, ma presto la passeggiata vira verso nord, entrando nel golfo di Roquebrune Cap-Martin. Il cammino è sicuro, su di una pista in cemento larga un metro e mezzo, protetta da ripari sul lato a mare dove la scogliera cade su piccole calette. La lunghezza è di circa tre chilometri e si direbbe in piano, ma poi si fanno quasi 500 scalini tra salitelle e discesine. E la fatica si sente, quasi fosse una seduta in palestra. In compenso ci si riempie gli occhi di mare che s’infrange sugli scogli, di verde che crea archi e gallerie naturali, di riflessi argentei all’orizzonte.Se tenete conto che tra Sanremo e Cannes, passando per Montecarlo e Nizza, ci sono circa cento chilometri di costa, questa è l’unica passeggiata che corre su di un tratto dove non ci sono strade e fabbricati, al contatto con il mare e la natura. In realtà le costruzioni ci sono, bellissime ville nella parte sovrastante il percorso, e il sentiero termina alle spalle del grande parco e della spiaggia antistante la villa di Roquebrune, appartenuta a Dino de Laurentiis e a Silvana Mangano.Il Trofeo delle AlpiAltro aspetto impressionante del Sentiero Le Corbusier, proprio per il nome legato al più grande architetto razionalista, è la vista verso il Principato di Monaco, distante meno di quattro chilometri.La selva di grattacieli di Montecarlo è quanto di più irrazionale si possa immaginare, e non invidio di certo quanti hanno la… fortuna di vivere o di passare del tempo libero all’ombra di quelle pile di cemento.Per consolarmi, cerco per contrasto quel piccolo - visto da qui - monumento di marmo che si vede contro il cielo sopra i palazzi monegaschi. È il “Trofeo delle Alpi” o “di Augusto”, monumento che si trova a La Turbie, a 500 metri di altitudine, nel luogo dove i Romani ritenevano che le Alpi finissero in mare. Unico per dimensione e importanza storica, costruito tra l’anno 7 e 6 a.C., il Trofeo è una delle meraviglie del patrimonio storico-architettonico della Francia. È alto ora 35 metri, ma in origine doveva essere di oltre 50. Ma oggi, in tempo di guerre non lontane, è sorprendente pensare che quel Trofeo è stato fatto per celebrare le vittorie romane e relative sottomissioni di 44 tribù alpine, compresi i nostri vicini Celti e Salassi.La Fête du CitronQuella che si tiene dall’11 al 26 febbraio 2023 è 89.a Festa del Limone di Mentone, organizzata per celebrare l’importante produzione di agrumi in questa zona. Sono previste cinque sfilate, mostre e spettacoli, mentre nell’area dei Giardini Biovés sono allestite le grandiose scenografie fisse che assumono una particolare dimensione grazie ad una artistica illuminazione. Per tutto questo vengono utilizzate circa 150 tonnellate di agrumi e sono più di seicento le persone impegnate tra artisti, allestitori, organizzazione e sicurezza, per oltre ventimila ore di lavoro. Ne consegue che la Festa sarà seguita da oltre duecentomila persone e il tema scelto per quest’anno è “Rock & Opéra”.Ascoltando il “Va Pensiero”, un’aria dalla Tosca e un preludio di Wagner abbiamo camminato tra i grandi allestimenti, incontrando anche amici provenienti da Biella, Camandona e Callabiana, oltre ai nostri fedeli compari di vacanza di Ternengo e di Magnano.

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