Pianura piemontese. Vercelli, la città dei cento volti

Piazza Cavour.

Ho sempre avuto un rapporto particolare con la città di Vercelli, capoluogo di provincia dei miei primi quarant’anni. Negli anni ’90 ho accettato di buon grado l’autonomia di Biella e non poteva essere altrimenti: la nuova provincia mi poteva dare e mi ha dato molte opportunità di lavoro e di visibilità. Ora le cose stanno di nuovo cambiando e sembra avviato un percorso inverso. Non è da escludersi un ritorno alla situazione del 1859, quando il ministro sabaudo Urbano Rattazzi suddivise il Piemonte in quattro province: Torino, Alessandria, Cuneo e Novara. Nel 1927 fu Mussolini a separare Vercelli (compresa Biella) da Novara e nel 1992, con il decreto legge n. 248 del 6 marzo, Biella diventò provincia autonoma. Poi nel 2015 alle Regioni venne demandato l’onere di riordinarle e il Consiglio regionale piemontese varò una riforma che - sotto il nome di “aree vaste” – rimandava in pratica alle quattro provincie ottocentesche. Riforma che però non è mai stata convertita in legge. Nel frattempo alcuni enti stanno facendo prove di unione. Le quattro ASL di Biella, Vercelli, Novara e VCO hanno una consolidata sinergia operativa sotto il nome di Quadrante, le ATL di Biella e Vercelli hanno avviato un percorso di accorpamento e sempre nel turismo un qualificato numero di operatori dello stesso territorio ha dato vita ad Alto Piemonte Turismo.

Città orgogliosa

Ma se lascio perdere tutte queste paturnie politico-amministrative e vado a Vercelli da turista e non da biellese, scopro una città bellissima e orgogliosa. Il centro storico, ben racchiuso nei viali alberati che ripercorrono il giro delle scomparse mura, si presenta con eleganti e animate vie, fiancheggiate da tantissimi palazzi che si rifanno in gran parte alle forme severe del barocco piemontese, mentre le architetture degli edifici più antichi ci riportano alle nobili famiglie del Medioevo. Dal profilo tipico di città di pianura emergono la cupola del duomo di Sant’Eusebio e in particolare i tre campanili della basilica di Sant’Andrea, il più importante e conosciuto monumento cittadino. Espressione notevolissima del passaggio tra romanico e gotico, il complesso venne costruito nel XIII secolo e si completò nel ’500 con il chiostro quadrangolare.  All’interno, ritmato da pilastri formati da una colonna centrale e da colonnine, si possono ammirare affreschi del XIV secolo e opere lignee importanti, come il coro intarsiato con raffigurazioni di nature morte e di vedute della città.

Città gaudenziana

Un motivo in più per visitare Vercelli è dato quest’anno dalla presenza della grande mostra dedicata a Gaudenzio Ferrari, di sicuro uno dei massimi esponenti della pittura rinascimentale piemontese. L’esposizione è allestita nelle tre città, Varallo, Vercelli e Novara, dove sono presenti diverse opere dell’artista valsesiano. A Varallo parte il primo tempo cronologico della mostra, con le opere presenti alla Pinacoteca, al Sacro Monte, alla Madonna delle Grazie e alla Madonna di Loreto. A Vercelli l’esposizione continua con le opere della maturità di Gaudenzio esposte all’Arca (ex chiesa di San Marco), con quelle presenti al Museo Borgogna e visibili nella chiesa di San Cristoforo. A Novara sono raccontati gli ultimi anni dell’artista, come il polittico ospitato all’interno della basilica di San Gaudenzio.

Città eusebiana

Dove ora si trova il Duomo di Vercelli sorgeva una basilica paleocristiana già nel VI secolo, certamente favorita dalla presenza - un paio di secoli prima – di Sant’Eusebio, uno dei padri della Chiesa, primo vescovo di Vercelli e del Piemonte, ispiratore e promotore della fede cristiana nella nostra Regione. La Cattedrale a lui consacrata è una costruzione iniziata nel secolo XII, della quale rimane il possente campanile romanico, ricostruita in gran parte a fine ’500, completata tra Settecento e Ottocento con il pronao neoclassico e la cupola. All’interno l’attenzione è subito attirata dal grandioso Crocifisso sopra l’altare maggiore. Realizzato sul finire del secolo X, è realizzato in lamine d’argento sbalzate e in parte dorate, poste su un riempimento in cocciopesto e cera, a sua volta posizionato su di una croce lignea.

Città francigena

Durante il mese di marzo, nell’ambito dell’assemblea annuale della Rete dei Cammini, abbiamo visitato il Museo del Tesoro del Duomo, ammirando importanti opere d’arte religiosa e una riproduzione a grandezza naturale del Crocifisso presente in Cattedrale. Nel Museo è costudito anche il prezioso Vercelli Book, manoscritto in pergamena in lingua anglosassone redatto in Inghilterra attorno all’anno Mille e pervenuto già a quel tempo a Vercelli. Solo altri tre codici, di uguale periodo e di simile contenuto, sono presenti nel mondo: a Londra e a Oxford. Il Vercelli Book appare anche nel logo del Cammino Eusebiano, itinerario storico-religioso da Vercelli a Oropa e a Crea, i due santuari che la tradizione vuole siano stati fondati da Sant’Eusebio. Vercelli è un importante punto nodale del sistema piemontese dei cammini, trovandosi all’incontro tra la Francigena del Gran San Bernardo e la Francigena del Moncenisio. Da qui la Via prosegue unica per Roma, ma ci sono ancora da fare 37 tappe per 870 km, ovvero un milione di passi!

Una sinergia positiva

Il Cammino Eusebiano è uno dei più recenti percorsi devozionali, nati sull’onda del successo del Cammino di Santiago e della Via Francigena. L’intuizione di unire Vercelli, Oropa e Crea con un itinerario che tocca molte chiese dedicate a Sant’Eusebio (a Ternengo, Valdengo, Roasio, Lessona, Pettinengo) è venuta a Francesco Vettoretto, pellegrino per passione e sindaco di Ternengo per elezione. Da qualche tempo è attiva una associazione, presieduta da Gabriella Sinigaglia, che intende promuovere il Cammino Eusebiano e il Cammino di San Carlo, itinerario già conosciuto che da Arona, toccando i Sacri Monti di Orta, Varallo e Oropa, affluisce nella Via Francigena a Viverone. Assieme all’associazione novarese Amici di Santiago, promotori della Via Francisca Novarese dal Sempione a Novara, e agli Amici della Via Francigena di Vercelli, si sta pensando ad una valorizzazione e promozione comune di tutti questi percorsi di matrice storica situati in Alto Piemonte.

Il Quadrante dei Cammini

Per suggellare in modo fattivo questa sinergia, si sta organizzando un grande evento per ottobre, che coinvolgerà tutti questi percorsi. L’idea nasce sulla base di un protocollo d’intesa siglato tra il CAI e l’UNPLI Pro Loco d’Italia, con la collaborazione di tutte le associazioni citate sopra. Dal 30 settembre al 13 ottobre 2018 si camminerà per due settimane con partenza e arrivo a Vercelli, toccando la Via Francisca Novarese da Novara a Orta, il Cammino di San Carlo da Orta ad Oropa, il Cammino Eusebiano da Oropa a Vercelli. Durante questo periodo verranno organizzate serate di presentazione dei diversi cammini e iniziative collaterali nelle località toccate dal percorso.

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