URBEX - Luoghi da visitare. La storia di villa Becker. Video

La storia di villa Becker è molto antica e ha inizio nel 1630 quando Ludovico D’Agliè acquista un terreno e commissiona la costruzione di una delle dimore più imponenti del Torinese. Terminati i lavori, nel 1633, si trasferisce nella sua nuova casa e vi abita sino alla sua morte, nel 1646, lasciando la proprietà in eredità al nipote Filippo San Martino D’Agliè.

Alla morte di Filippo, avvenuta nel 1667 la villa passa di mano in mano ad altri eredi della famiglia D’Agliè fino ai primi dell’800 quando ad acquistarla furono altre famiglie benestanti: Casimiro Rivoira, Antonio Fornaca, il principe di Lucinge, nel 1887 i coniugi Isnaron... fino ad arrivare al 1902, anno che segna l’inizio di una lunga storia. Villa Becker, all’epoca chiamata San Germano, viene acquistata da Sir Frederick Becker che affida immediatamente i lavori di ristrutturazione esterna all’ing. Fenoglio ed incarica il professor Smeriglio, di disegnare stucchi, arredi in legno e ferro. Dopo 6 anni di lavori i coniugi Becker si trasferiranno a Torino, in quella che sarà la loro dimora permanente.

Urbex. Villa Becker

Ma chi era Becker?Walter Frederick Becker, nasce a Falmouth in Cornovaglia nel 1855. Le prime informazioni su Sir Becker in Italia risalgono a fine ‘800. Già procuratore di una società di navigazione francese, la Rouennaise e affermato uomo d’affari, nel 1888 con i suoi tre piroscafi avviò l’attività come armatore nella città di Messina. Le sue navi erano adibite al trasporto di prodotti vinicoli locali con rotta verso New Orleans e altre città nel Golfo del Messico. Nel 1890 fonda la Pierce, Becker & Ilardi, una società navale tra le più importanti dell’epoca. Il 3 novembre 1895, a Ormsby St. Margaret in Inghilterra, Becker sposa Delphine Clotilde Therese De Martelly, nata nel 1871 a Lewisham. Nel 1901, insieme ad altri investitori, Becker fonda il Messina calcio. Negli anni successivi si trasferisce con la moglie a Genova e in seguito nella città di Torino.

La Torino di Becker

Becker era un uomo molto generoso e nella città di Torino, grazie ad una cascina ceduta in prestito dalla contessa Amalia Canonica Capello, fonda l’ospedale della Croce Rossa Britannica, dove incarica il dottor Haven della gestione e organizzazione sanitaria della nuova struttura convertit ad ospedale. Nell’autunno del 1917 erano quasi cento i feriti ospitati. Fu un grande collezionista di opere d’arte e nelle sue collezioni erano presenti capolavori di Canaletto, Tintoretto, Guardi, Poussin e Pannini.

La dimora, al suo interno, aveva mobili firmati da Piffetti e Boulle e sculture di Giambologna, Jacopo La Quercia, Fantoni, Piranesi e Trogger.

Simpatizzante del partito fascista, scrisse un opuscolo di trenta pagine pubblicato nel 1926 da The continental Weekly dal titolo: “ Italian Fascismo and its great originator: a summary of events, aims and principles andresults“. Fu un grande finanziatore in varie città italiane e, tra le tante opere di beneficenza, donò al paese di Predappio “Casa Becker”, all’epoca utilizzata dal partito e oggi sede del comune. Il Duce in persona, nel 1927, alla morte di Becker, mandò un telegramma contenente le più sentite condoglianze con scritto: “il paese e il fascismo perdono un amico fidato”.

Il dopo Becker... L’ ultimo proprietario della villa è il secondo marito di Delphine, conosciuto dopo la scomparsa di sir Becker avvenuta nel 1927, (30 anni in meno di lei) il marchese Demetrio Imperiali di Villafranca che sposa nel 1935. Quest’ultimo ereditò la dimora nel 1943, anno della morte di Delphine. Demetrio si risposò lasciando la villa in eredità alla prole.

Villa Becker oggi...

All’interno della villa è ancora presente un quotidiano datato mercoledì 11 dicembre 1957. Il marchese Demetrio la abita sino al 1962, anno della sua scomparsa. Lo scorso anno la villa ha subito due incendi dolosi che l’hanno irrimediabilmente e parzialmente distrutta. Lo scopo di documentare ciò che rimane di queste fantastiche dimore è di lasciare una traccia di quello che un domani, a causa dell’incuria e dell’abbandono, non sarà più visibile.

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