La Messa ad Oropa dell’ultimo dell’anno. L’omelia del Vescovo

Le parole di monsignor Farinella agli oltre cento partecipanti alla Marcia della Pace

«Benedetti i passi di chi ha partecipato al pellegrinaggio della pace e di tutti quelli che a piedi o con i mezzi sono arrivati fino ad Oropa in questa notte santa tra la fine di un anno e l’inizio del nuovo. Abbiamo nel cuore il “Te Deum” per offrire a Dio le cose belle, ma anche le difficoltà avute quest’anno e portiamo la grande intenzione della pace ai piedi di Gesù Bambino e di sua madre Maria, Regina della Pace». Con queste parole ha aperto la Messa, domenica notte, il vescovo Roberto, rivolgendosi al centinaio di partecipanti alla Marcia della Pace, al gruppo di Lessona salito a piedi dal sentiero di Sant’Eurosia e a tutti i numerosi fedeli che hanno riempito la basilica antica nella veglia di San Silvestro.

Durante la celebrazione è stato ricordato papa Benedetto XVI morto un anno fa e si è pregato ripetutamente per la pace, usando le parole di Papa Francesco come era stato detto da fratel Guido Dotti, dal vescovo Roberto e dalla pastora Joylin, durante la preghiera ecumenica che aveva dato l’avvio al cammino verso il santuario:“Affinchè tacciano le armi e giustizia e pace si abbraccino in Ucraina, Gaza, Israele e Cisgiordania, Siria, Yemen, Sudan , Congo, Myanmar, Nagorno-Karabakh e in ogni luogo in cui la vita e la dignità umana sono calpestate.”

Al termine della funzione solenne, molti dei presenti si sono spostati nel chiostro e poi nelle salette riscaldate del santuario per aspettare insieme la mezzanotte, mangiando una fetta di panettone e brindando al nuovo anno.

Questa l’omelia integrale del Vescovo: «Carissimi, come ogni anno dedichiamo questa celebriamo a chiedere il dono della pace. La vera pace non possiamo donarcela da soli, non possiamo fabbricarcela da soli, perché è un dono che possiamo solo ricevere. È quanto abbiamo affermato già alla partenza del pellegrinaggio della Pace riprendendo le parole di Gesù vi do la mia pace vi lascio la mia pace, non come la dà il mondo così la do io a voi. Queste parole sono state accompagnate da invocazioni, da preghiere, da riflessioni che ci hanno portati qui ai piedi della nostra amata Regina del Monte di Oropa, la Vergine Maria, Regina della Pace. La Vergine sembra volerci ripetere di fronte agi conflitti e alle guerre del mondo, solo il Signore, il mio Figlio, Re della Pace, può darvi la pace in mezzo alle difficoltà. “La pace che ci propone il mondo è una pace senza tribolazioni, una pace artificiale”. È una pace “che guarda soltanto alle proprie cose, alle proprie assicurazioni, al fatto che non manchi nulla”, a una tranquillità “che rende chiusi in noi stessi”. La vera pace non è questa, ma è quella di Dio. Il vangelo fa capire che la pace di Dio è una pace vera, che permea la vita di tutti i giorni e che non nega la vita. “Come la sofferenza: ci sono le malattie, ci sono virus da sconfiggere, così purtroppo ci sono le guerre. Ma la pace che si ha dentro non si perde mai d’animo e combatte contro le sofferenze, contro le ingiustizie e contro la guerra. Ci aiutano le parole di Papa Francesco: “Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo.” Perciò anche noi in questa notte, nella quale molti hanno pregato, camminato, si sono impegnati per la pace, facciamo nostro il grido di Papa Francesco: “Da ogni terra si levi un’unica voce: no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace! Con la guerra sempre si perde. L’unico modo di vincere una guerra è non farla.” Possa questa preghiera essere accolta per il dono di una vera pace per tutti. Buon anno, cari amici».

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