Al via i lavori: da oggi chiusa la Settimo-Vittone

Lunedì mattina, a poco meno di due mesi dalle forti piogge di fine novembre che hanno causato una frana di imponenti dimensioni sulla strada provinciale 419 “Settimo Vittone”, è stato consegnato all’impresa che si è aggiudicata i lavori, al via oggi, il cantiere per le opere di ripristino del versante e della carreggiata stradale. «Per consentire all’impresa di lavorare e procedere allo sbancamento di oltre 1800 metri cubi di terra sul versante a monte della strada, è indispensabile procedere alla chiusura del tratto stradale da località Vignazze fino al bivio Netro-Donato, in prossimità dello stabilimento “Alpe Guizza”. La strada provinciale 419 sarà quindi chiusa al transito da mercoledì 22 gennaio» fa sapere una nota della Provincia di Biella. Il periodo di chiusura si protrarrà per due o tre settimane e la variabilità sarà legata in primis alle condizioni meteorologiche ed in secondo luogo ad eventuali imprevisti durante le operazioni di sbancamento. Come in tutte le occasioni in cui la Settimo Vittone non è risultata utilizzabile, la viabilità alternativa è assicurata dall’unica soluzione possibile, ossia nella strada provinciale 405 “di San Lorenzo”.
«In meno di 60 giorni» ha dichiarato il vice presidente Ramella Pralungo «avviamo il cantiere per ripristinare la Settimo Vittone. Ho chiesto agli uffici tecnici di limitare al minino tutti i tempi procedimentali e addirittura abbiamo consegnato il cantiere ancor prima dell’apposizione delle firme sul contratto visto che la norma lo consente per gli interventi urgenti, come quello di cui trattasi. Dovremo chiudere al transito, ma tra 15 o 20 giorni la Settimo Vittone sarà nuovamente efficiente. Comprendo i disagi che subiranno i residenti delle frazioni coinvolte dalla viabilità alternativa, ma sono certo che comprenderanno l’esigenza di intervento sulla strada provinciale 419 e che la strada provinciale 405 “di San Lorenzo” è l’unica soluzione. Chiedo al sindaco Filoni di unirsi nel chiedere loro di pazientare un paio di settimane» conclude Ramella Pralungo

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