Emergenza sicurezza nelle aziende. In Prefettura un incontro tra sindacati e imprese. L’impegno alla collaborazione

E’ stato un incontro all’insegna della collaborazione e del dialogo quello che si è svolto questa mattina, martedì 31 marzo, in Prefettura. Al centro del confronto ancora una volta la sicurezza dei dipendenti delle aziende che continuano a lavorare perché fanno parte delle attività ritenute indispensabili. Dopo la tensione delle scorse settimane, tra sindacati e associazioni datoriali il confronto è tornato ad ammorbidirsi, anche grazie all’azione del prefetto Fabrizia Triolo che ha saputo aiutare i rappresentati dei lavoratori e delle aziende a trovare una strada comune da percorrere.
Al tavolo, alcuni presenti fisicamente, altri collegati in videoconferenza, c’erano i rappresentanti dei tre sindacati Cgil (Lorenzo Boffa), Cisl (Roberto Bompan), Uil (Cristina Mosca), l’Unione industriale Biellese (Pier Francesco Corcione), Cna (Gionata Pirali), Confartigianato (Massimo Foscale); Confesercenti (Angelo Sacco), Ascom (Mario Novaretti), Confcooperative  e Legacoop (Valentina Gusella).
Il Prefetto dopo aver sentito gli interventi ha deciso di delineare tre step per arrivare a garantire nelle aziende la sicurezza sanitaria dei lavoratori. La procedura prevede che innanzitutto si proceda alla redazione dei diversi protocolli da declinare a livello aziendale. Il secondo passo è quello che prevede l’invio da parte delle aziende alle proprie associazioni di categoria e ai sindacati di questi protocolli, in modo vengano analizzati e valutati.
L’ultimo step si attiverà se saranno evidenziate delle criticità nelle misure adottate dalle aziende: le osservazioni saranno portate sul tavolo del prefetto che disporrà un approfondimento per arrivare alla risoluzione.
Le tempistiche prevedono l’esame dei protocolli aziendali entro la prossima settimana e il ritorno in Prefettura tra due settimane per eventuali problemi.
Le aziende attualmente in attività tra quelle associate all’Uib sono 120 con 2400 dipendenti coinvolti. Si tratta di aziende che rispondono ai codici Ateco previsti dal Decreto. A queste si aggiungono 37 imprese della filiera, collegate alle prime, con un migliaio di addetti.
«Tra le criticità» ha spiegato il segretario della Cisl Roberto Bompan «è stata evidenziata la carenza di dispositivi per la protezione personale per chi opera nei servizi: mascherine e guanti e camici. I sindacati si sono raccomandati con i rappresentanti delle società cooperative che sono in prima linea nella gestione delle case di riposo, perché i dipendenti abbiamo ogni dotazione necessaria per compiere il loro lavoro in sicurezza. Sappiamo che non sempre accade: ora le mascherine per gli operatori sono disponibili, non ci sono più alibi».

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