Ezio Greggio e la vera madre

Ezio Greggio era mosso dalle migliori intenzioni quando ha deciso di lanciare un appello all’anonima mamma di Enea, il bambino abbandonato alla clinica Mangiagalli di Milano con una lettera in cui l’autrice del gesto spiegava di non potersene occupare. Il comico cossatese è intervenuto su tutte le televisioni e i giornali per dire a questa donna che se fosse tornata sui propri passi e avesse ripreso il bambino, insieme ad altri l’avrebbe aiutata a costruirsi e costruire per lui una vita migliore. Ha però usato il termine “vera madre” riferendosi a quella che più prosaicamente oggi viene definita “madre biologica”. Apriti cielo! Sulla testa del povero conduttore di Striscia la Notizia si è scatenata una tempesta mediatica, provocata dai soloni del “politicamente corretto” che hanno visto in quell’affermazione il tentativo di accreditare come unica famiglia quella tradizionale. Noi pensiamo invece che Greggio volesse solo cercare di convincere una donna disperata a non rinunciare al suo bambino. Che l’abbia fatto parlando di “vera madre” riferendosi a lei, non era probabilmente, come è stato interpretato da propagandisti sempre all’erta, un’offesa ad altri tipi di famiglie, ma la logica constatazione che una donna che partorisce un figlio è comunque e sempre sua madre, mentre quelle, lodevolissime, che ne assumono la responsabilità legale possono anche cambiare. Quella ragazza è invece una madre, magari fragile, forse anche insensibile, ma comunque vera. Per sempre.

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