Filatura Luisa 1966 e Its Tam: un progetto per giovani talenti

Pullover oversize, pantaloni morbidi e gonne lunghe e avvolgenti, poi cardigan e poncho. Una collezione capolavoro quella creata dai ragazzi del corso di Maglieria dell’Its Tam per Filatura Luisa 1966 Un progetto di ricerca stilistica che grazie ai fili sostenibili prodotti nello stabilimento di San Giacomo di Masserano (Ecowool e Naturalwool) ha preso forma nei laboratori di Magnonevolo. Mercoledì e giovedì nei saloni milanesi di Filo e a Feel the green, i 25 capi hanno visto la luce al MiCo e alle Officine del Volo dove si sono radunati buyer e stilisti a caccia di suggestioni. Non è un caso che l’alleanza fra Tam e Filatura Luisa 1966 abbia dato risultati di qualità.
«Da tempo collaboriamo con l’Istituto ospitando i ragazzi in stage durante il loro percorso di studi» spiega Roberto Rimoldi, titolare dell’azienda che si sta avvicinando al traguardo dei 60 anni. «Siamo rimasti sempre soddisfatti di questa esperienza perché gli studenti che si interfacciano con la realtà produttiva dimostrano una preparazione eccellente. Per questo da oltre un anno, proprio uno di loro è rimasto qui da noi, una volta ottenuto il diploma».
È stato durante un’edizione di Filo dello scorso anno, che è nata l’idea di dare for- ma alla partnership. «La scuola da tempo grazie ad Assoservizi che organizza l’evento, ha uno spazio in fiera fra gli espositori per rimarcare l’importanza di un dialogo continuo con le aziende e con le loro esigenze. Mai come in questo momento infatti, il manifatturiero ha bisogno di risorse formate e competenti. I nostri professori del resto provengono per buona parte proprio dal settore tessile dove sono operativi o consulenti» spiega il direttore del Tam Silvia Moglia.
Così in gennaio il Progetto Filatura Luisa 1966 è decollato con la supervisione delle maestre maglieriste dell’Its che hanno seguito i ragazzi passo dopo passo nella realizzazione e confezione dei capi, partendo dalla ritorcitura del filato, fatta in laboratorio a Magnonevolo fino alla pro tipizzazione del modello pronto da indossare.
«Il nostro core business è lo stock service di filati fini e pregiati per la tessitura ortogonale e per il jersey di alta gamma, ma il Dna biellese e le nuove tendenze sempre più attente all’economia circolare e alla sostenibilità di filiera ci hanno spinti a creare una vera collezione Green, realizzando questa nuova linea di filati in pura lana rigenerata, Ecowool, utilizzando i nostri scarti di lavorazione, (quelli preconsumo), e la linea Naturalwool con filati che mantengono i colori naturali delle lane morette, quindi senza tinture, per un prodotto 100 per cento rispettoso dell’ambiente e degli animali. Per vedere lo sviluppo della nostra collezione abbiamo pensato poi al Tam e anche questa volta non siamo rimasti delusi» conclude Rimoldi. Ogni capo, prima di partire alla volta delle due fiere, è stato dettagliatamente spiegato dai ragazzi, partendo dalla rocca alla ritorcitura, passando per le diverse lavorazioni (disegni jacquard, superfici a traforo, poi trecce, losanghe e punti speciali) fino ai dettagli: maniche, colli, linee squisitamente femminili e genderless. A Filo, nello stand del Tam, per sottolineare ancora una volta quanto l’ecosostenibilità sia importante nel tessile come nella vita di tutti i giorni, insieme a un modello della collezione Filatura Luisa 1966 non è mancato l’alleato “numero uno” dell’istituto tecnnologico, Nat ralboom, la bevanda made in Biel a che è stata offerta a tutti i visitatori.

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