Il 21 e 22 settembre apertura straordinaria dei luoghi sacri in Piemonte e Valle d’Aosta

Sabato 21 e domenica 22 settembre apertura straordinaria dei luoghi sacri in Piemonte e Valle d’Aosta
550 beni culturali ecclesiastici da scoprire e da vivere
2000 volontari coinvolti
Aperture automatizzate di 13 Cappelle con la App <Chieseaporteaperte>

In occasione delle giornate europee del patrimonio culturale organizzate sabato 21 e domenica 22 settembre, “Cultura a porte aperte”, arrivata alla V edizione, propone l’apertura straordinaria di monasteri, chiese, pievi, santuari e musei diocesani che fanno parte di “Città e Cattedrali”. Ideato da Fondazione CRT e dalle diocesi del territorio, “Città e Cattedrali” è un piano di valorizzazione di oltre 550 luoghi d’arte sacra, fruibili sul territorio del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Il fine settimana Cultura a porte aperte è garantito dagli oltre  2000 volontari che offrono un prezioso servizio di presidio e accoglienza in questi beni culturali ecclesiastici. Sono donne e uomini di tutte le età e sono sempre di più in tutti gli angoli di Piemonte e Valle d’Aosta.
Da quest’anno sarà anche disponibile il circuito di “Chiese a porte aperte”: 13 luoghi che custodiscono alcuni tra i più interessanti cicli affrescati tardo quattrocenteschi piemontesi, sono visitabili autonomamente aprendo la porta attraverso un QR Code. Un sistema unico in Italia di apertura e narrazione automatizzate, tramite smartphone, dei beni culturali ecclesiastici. La visita è arricchita da un sistema di guida composto da musica, luci e narrazione in tre lingue. Sul sito  www.cittaecattedrali.it  si possono trovare le diverse iniziative in programma,  tra cui numerose proposte di itinerari con visite guidate in città, trekking e bike tour.

Di seguito l'intervista dell'Agenzia Giornali diocesani di Chiara Genesio a Mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, che è il responsabile della Consulta piemontese per i beni culturali.
Mons. Olivero, ha ancora senso, in questo tempo digitale, andare a visitare questi luoghi?
Di fronte ad una opera d’arte bisogna esserci, poi la si può ricordare con tante diverse  modalità tecnologiche, ma l’opera d’arte bisogna incontrarla di persona. Questa è la cosa più importante, a maggior ragione rispetto a questi luoghi sacri,  dove si va a vedere l’affresco, o la statua, il libro, ma si va anche a  respirare una storia di spiritualità e  a scoprire che cosa è stato vissuto in quel contesto. A maggior ragione occorre esserci di persona.
Che messaggio trasmettono all’uomo e alla donna di oggi queste opere?
Intorno a noi  c’è una grossa rivalutazione di una certa spiritualità, ad esempio una spiritualità del silenzio, una spiritualità della passeggiata nei boschi, nella natura, del respiro. Ed una buona parte di questi 550 luoghi che verranno aperti hanno queste caratteristiche, non sono solo opere d’arte ma hanno delle dimensioni particolari che possono toccare il bisogno di spiritualità attuale. Sono spesso luoghi molto silenziosi, in contesti meravigliosi, a volte immersi nei boschi. Credo che riescano ad abbinare il bisogno o la tendenza alla spiritualità attuale con il rimando chiaro alla religione cristiana.
Sono tanti i beni culturali che appartengono alla Chiesa, sono beni che hanno bisogno di cure e di promozione. C’è una attenzione autentica perché si continui la loro  conservazione? Ci sono le energie per farlo?
C’è una buona attenzione sia da parte dei miei confratelli Vescovi che di tanti sacerdoti e di operatori nel settore. Stiamo faticando economicamente, perché il peso economico è tanto anche perché i beni sono molti e hanno bisogno di interventi costosi. Credo però che ci sia una buona sensibilità e credo anche che queste giornate aiutino ad aumentare l’attenzione  e la collaborazione della raccolta fondi che è una cosa importante.
Lei andrà a visitarne qualcuno in questo weekend?
Si, volevo andare a visitare due o tre chiese del nuovo sistema <chiese a porte aperte>. Lo potrei fare in qualsiasi giorno grazie alla App, ma preferisco i farlo in uno dei due pomeriggi per sentirmi in sintonia con i tanti visitatori di cultura a porte aperte.

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