L'ultimo saluto a Celso Maffeo, il pastore nelle fotografie di Bini

«Si può dire che iniziai a fare il pastore a otto anni. Mio padre era partito militare ed io rimasi con venticinque-trenta pecore ed alcune mucche, così andai in montagna con una famiglia di Sordevolo e mentre facevo girare le loro bestie tenevo anche le mie. Rimasi circa un mese e mezzo e poi scappai. Era dura davvero, neppure da mangiare a sufficienza avevo: alla sera minestra condita con aglio e al mattino “pulenta e busa”. La moglie era buona: quando andavamo a pascolare le mucche e c’era la nebbia - il padrone era davanti - lei dietro, di nascosto, mi passava una pagnotta con un po’ di burro». Giorgina Vicquéri in “Fame d’erba” (edizioni Lassù gli ultimi) racconta così la storia Celso Maffeo, il pastore di Mongrando Curanuova, immortalato dalle straordinarie fotografie di Gianfranco Bini con il suo collaboratore-amico Giuseppe Simonetti. Nel suo paese, a quel pastore è stato tributato l’ultimo saluto. Aveva 88 anni. «Quando sono arrivato nella camera ardente l’ho trovato vestito da pastore, con il binocolo e il bastone. Aveva il gilè, così come lo indossava sempre sia in estate sia in inverno...». È commosso Giuseppe Simonetti mentre racconta di Celso Maffeo. Con lui se ne va un altro pezzo di storia, di vita. «L’avevo conosciuto 40 anni fa in Baraggia - ricorda - con l’inseparabile amico Ottavio, sotto la tenda che avevano allestito per passare i giorni del pascolo». Poi, con Gianfranco Bini, Simonetti aveva seguito Celso Maffeo per quattro anni fino al Rutor, uno dei più vasti ghiacciai della Valle d’Aosta. E, attraverso le fotografie, veniva narrata la montagna e la sua quotidianità, fatta di bellezza e di fatica, di essenzialità e di meraviglie. E, fino a qualche anno fa, lungo la strada di Oropa, capitava di vedere Celso con le sue pecore. Pastore, fino all’ultimo: «...ai vent'anni - raccontava ancora - mi decisi ad avere un gregge mio, altrimenti j’era tant me ‘n piciuruss ch’al travaja mach par deje da mangé al cucu. (ero come un pettirosso che lavora solo per nutrire il cuculo)».

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