La visita del Presidente Mattarella per i 50 anni dell’alluvione in Vallestrona

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Poiché ore, ma molto intense per la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella Vallestrona e nella Valle di Mosso, che ha voluto così portare la sua testimonianza alle celebrazioni del 50° anniversario della tragica alluvione del 1968 che provocò 58 vittime, centinaia di persone rimaste senza casa, molti posti di lavoro a rischio per i gravi danni alle fabbriche tessili della vallata.

Mattarella è atterrato con l’aereo presidenziale a Cerrione e quindi ha fatto tappa a Campore per onorare il monumento che ricorda quei drammatici giorni. Qui ha incontrato anche alcuni cittadini insigniti di benemerenze per il loro lavoro nei giorni seguenti l’alluvione.

Da Campore il presidente, accompagnato dal governatore del Piemonte e Sergio Chiamparino,, dal presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo e da quello dell’Unione Montana Carlo Grosso, si è spostato a Valle Mosso, dove, accolto dal sindaco Cristina Sasso, in una tensostruttura allestita in piazza, ha incontrato autorità locali e cittadinanza, pronunciando il suo discorso nel quale ha citato una frase che compare sul monumento di Campore: «La memoria non è venerare le ceneri, ma preservare il fuoco». Il Capo dello Stato ha sottolineato la grande forza d'animo delle popolazioni biellesi che 50 anni seppero reagire a quella catastrofe con grande forza, riferendosi poi all''attualità di questi giorni, con fatti che hanno fatto registrare altre vittime di calamità naturali, invocando maggiore attenzione per la prevenzione. Mattarella ha anche ricordato i tanti esempi di abnegazione di quei giorni, come quello di Tito Tallia Galoppo, il radioamatore, presente all'incontro, che lanciò l’allarme nella valle rimasta isolata, il medico condotto del paese, l’alpino Silvio Biasetti, 105 anni, pure presente in sala, anch’egli scampato al disastro, e alle due «bambine dell’alluvione», Lorella Nofri e Dorina Cerri, salvate dai soccorritori.

La visita è proseguita alla Romanina, frazione tra Veglio e Pettinengo, dove nell'ex stabilimento della Serafino Bertotto, colpito dalla violenza dell'acqua, ha visitato in forma privata la mostra allestita per ricordare la tragedia e dove ha incontrato il fotoreporter Sergio Fighera e la vedova del giornalista Pietro Minoli, Maria Bruna Roseo, che furono i primi a documentare il disastro con alcune fotografie oggi proposte nella mostra.

Ultima tappa la zona del Poala, dove il capo dello Stato ha assistito a un'esercitazione della Protezione civile (illustrata dall'ingegnere dei vigili del fuoco Andrea Bozzo) sotto il viadotto della Pistolesa, prima di tornare all'aeroporto di Cerrione, da dove è ripartito per Aosta per una breve visita e quindi per Parigi per partecipare con i capi di stato e di governo di mezzo mondo al centenario della fine della prima guerra mondiale.

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