L'addio a Efrem Peretti, l'ultimo schiavo di Hitler

Si chiamava Efrem. Ma era un nome troppo ebreo. E per salvarsi la vita ai tedeschi disse di chiamarsi Nevio. E’ l’incredibile storia di Efrem Peretti, morto martedì mattina a 93 anni. Lascia nel dolore i figli Gianni e Giosella con le rispettive famiglie. I funerali sono stati celebrati ieri nella chiesa del Villaggio Lamarmora. Era uno dei cosiddetti “schiavi di Hitler”, ovvero i militari e civili italiani che furono deportati nei campi di lavoro tedeschi dopo l’Armistizio di Badoglio dell’8 settembre 1943. Cresciuto a Ponzone, dove da giovane anche giocato a calcio nella squadra locale, Efrem si era spostato a Biella dopo il matrimonio e per oltre 20 anni era stato il titolare di un paio di bar. Catturato dai tedeschi mentre si trovava in Marina a Venezia, è stato internato nel campo di lavoro di Heidfeld dove è vissuto due anni in condizioni durissime, prima della liberazione e del ritorno a casa nell’agosto 1945.

Su Il Biellese del 26 gennaio la sua storia completa.

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