L’elicottero per concludere il lavoro di pulizia di Mucrone Local al Rifugio Savoia. Foto e video

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«Ieri mattina alle ore 6.00 con il prezioso aiuto di Corrado, Claudia, Claudio, Francesco, Matteo e la professionalità di Helimontblanc abbiano terminato il lavoro iniziato due settimane fa» così Mucrone Local sulla propria pagina Facebook per raccontare la conclusione dei lavori di pulizia al Rifugio Savoia.
«I rifiuti (tanti…troppi!!) sono stati smistati e raccolti da un’azienda specializzata.
Adesso passiamo al prossimo progetto».

Questo l’articolo pubblicato sul nostro giornale il 25 luglio scorso che raccontava l’intervento di Mucrone Local.

Un anno fa avevano recuperato 40 chili di rifiuti, raccolti e portati a valle a spalle. Nello scorso fine settimana hanno replicato ma il carico questa volta è stato ciclopico tanto che un giro di elicottero non sarà sufficiente. I Mucrone Local, l’associazione no profit che da anni si adopera per il rilancio della Con-ca di Oropa, è tornata in quota per fare pulizia al Rifugio Savoia. Se nel novembre 2022 il sodalizio aveva provveduto al ripristino del tetto della struttura garantendo così un inverno asciutto all’interno dei locali (l’intervento era stato esteso anche alla stazione della Cestovia per mette- re al riparo la nuova rulliera istallata di recente), questa volta accompagnato da inesauribile passione e buona volontà, è passato all’azione nello storico rifugio lasciato in uno stato di degrado che pochi potrebbero immaginare se non grazie a una documentazione fotografica che grida vendetta. Bottiglie, scatoloni e imballaggi, mobili, lenzuola e vecchi materassi, ma soprattutto sporcizia di ogni genere è quello che i volontari hanno trovato, raccolto, separato per genere e rinchiuso in grandi sacchi.
«I Mucrone Local si faranno carico del trasporto di una prima quindicina di contenitori con parecchie rotazioni di elicottero e del relativo smaltimento dei materiali» spiega il presidente Marco Bardelle. «Per la parte restante è impensabile gestire la situazione se non con un camion. Per questo attendiamo che la Busancano venga ripristinata e resa percorribile come annunciato dal Comune». Domandarsi come una simile bolgia dantesca sia stata tollerata dalle diverse gestioni che si sono avvicendate, sorge spontaneo. Un repertorio di ogni genere accumulato in 30, 40 anni e uno stato di abbandono ingiustificabile. In dieci con tanto di T-shirt di ordinanza, armati di tute, mascherine e protezioni del caso per poter intervenire negli angoli più disastrati, hanno lavorato senza risparmiarsi il venerdì mentre sabato la compagine si è allargata a una trentina di persone di buona volontà: i soci di Montagna Amica, della Bufarola dei Sensa Cugnisiun, del Cai, compresi simpatizzanti e affezionati della conca biellese.
«Una grande mano è arrivata anche dal Rifugio Rosazza che ha collaborato più di tutti a questa operazione. Abbiamo fatto base da loro per mangiare e dormine e Claudia Comello e suo marito Corrado Vigitello, i gestori, non si sono risparmiati nel darci aiuto». Come una macchina da guerra, i Mucrone Local inseguono un progetto con i piedi, come la gente di montagna sa, ben piantati in terra.
«L’idea è nell’aria da anni. Questo step è stato condotto in accordo con il presidente delle funivie di Oropa Gionata Pirali e siamo riusciti a portarlo a termine con due giornate di lavoro».
Il materiale residuo è stato sistemato in sacchi della differenziata: vetro, legno, carta, plastica e lattine. Se al piano terra sono state trovate bottiglie e generi alimentari deteriorati che presto prenderanno il volo, al piano inter- rato sono emersi reperti di ogni genere: biciclette, sci, almeno 2000 bottiglie vuote, mentre le camere al primo piano sono state svuotate letteralmente da centinaia di lenzuola e asciugamani ammuffiti, una cinquantina di materassi praticamente marci e altro ancora. «Occorrerà altro lavoro per differenziare tutti questi materiali, probabilmente potremo “contenerli” in non meno di una quarantina abbondante di grandi sacchi. Speriamo che sulla Busancano sia avviato al più presto il ripristino in modo da poterli sgomberare. Non possiamo ragionevolmente farci carico anche di questo smaltimento. Ora devono intervenire le istituzioni. Almeno in questa fase abbiamo ridato dignità al Rifugio anche se siamo solo all’inizio.
Noi ci siamo, ci crediamo, la nostra associazione vuole essere un catalizzatore per coinvolgere i biellesi in questo rilancio. Ci aspettiamo che altri, l’amministrazione, privati e aziende, possano affiancarci nel percorso».
I Mucrone Local hanno le idee chiare e preannunciano che in autunno presenteranno  alle  istituzioni  e ai cittadini un piano d’azione per riabilitare Oropa in alta quota. «Il ritorno alla montagna è possibile, anche se al momento la funivia non è stata restaurata. Il rifugio, consegnato a un gestore serio e motivato, potrebbe portare lavoro per decine di persone” conclude Bardelle.
«Abbiamo dimostrato che le parole possono diventare fatti. L’associazione è aperta a chi ama il Mucrone e vuole accettare questa sfida, per noi e per il futuro del nostro territorio».

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