L'ex sindaco Barazzotto e quattro ex assessori dovranno risarcire il Comune di Biella

Sono stati condannati a pagare oltre diecimila euro a testa come risarcimento al Comune e per le spese legali. Sono l'ex sindaco Vittorio Barazzotto, quattro assessori della sua giunta (Nicoletta Favero, Rinaldo Chiola, Diego Siragusa e Doriano Raise) e l'allora funzionario ora in pensione Doriano Meluzzi. A condannarli la Corte dei Conti nella sentenza d'appello che ha capovolto quella di primo grado. «È con grande amarezza» ha spiegato Vittorio Barazzotto «che raccontiamo questa vicenda. Ma sia ben chiaro, noi tutti ci comporteremmo oggi come ci siamo comportati nel 2009, anno al quale si riferiscono i fatti». È lo stesso ex sindaco a spiegare i fatti: «Nel 2008 - 2009 abbiamo voluto affrontare e cercare di risolvere una questione che probabilmente altri avrebbero lasciato in sospeso. Noi abbiamo invece voluto affrontarla anche se eravamo a fine mandato. Ed era quella degli affitti delle associazioni di volontariato o sportive che avevano sede in stabili del Comune. Queste attendevano i contributi dati dal Comune per poi pagare gli affitti. Una cosa assurda. Allora, poche settimane prima delle elezioni votammo una delibera, presente il segretario comunale di allora, nella quale stabilivamo di concedere gratuitamente in comodato d'uso le sedi. E il segretario in quella riunione non diede alcun parere negativo...». Per la giunta di allora la delibera passò senza alcun problema. Solo cinque anni più tardi, nel 2013, Barazzotto e gli assessori che la votarono scoprirono che il segretario, Marzio Marini che a Biella si fermò non più di un anno, aveva presentato esposto alla Corte dei Conti allegando la delibera con corretto a penna il parere che risultava quindi formulato in modo negativo. «Per noi» spiegano all'unisono Barazzotto, Favero, Chiola e Siragusa «la delibera esposta all'albo pretorio non conteneva parere negativo. È stata una sorpresa quando abbiamo scoperto i fatti». Gli amministratori biellesi si sono quindi fatti rappresentare dall'avvocato Emanuele Gallo che in primo grado, entrando nel merito della questione, ha insistito sul fatto che gli enti comunali possono elargire benefici — come appunto il comodato gratuito per le sedi — alle associazioni meritevoli in virtù degli importanti interventi che fanno in sussidiarietà a favore della collettività. I giudici, in primo grado, diedero ragione agli amministratori, condannando il Comune al pagamento delle modeste spese legali. Ieri, però, sulla scrivania del sindaco Marco Cavicchioli, è giunta la sentenza d'appello che ribaltava in modo speculare quanto deciso dai colleghi del primo grado di giudizio. «È con grande amarezza che apprendiamo questo» hanno ribadito Barazzotto e i suoi ex assessori. «Le sentenze si devono rispettare, ma non stupiamoci se poi si fa sempre più fatica a trovare persone che vogliano candidarsi nelle liste elettorali e impegnarsi nella vita amministrativa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA