Nel '72 calcò il Ferragosto Andornese. Carrà: da Trieste in giù, da Instagram in su

Più forte delle epoche, più forte delle mode. Lei che è passata tra le generazioni, lei che ha fatto più di uno stile. È un fiume in piena quello che piange Raffaella Carrà, che, Carramba che amarissima sorpresa, se ne è andata d’improvviso senza che nessuno sapesse della brutta quanto repentina malattia.

In fondo anche al grande pubblico si era palesata d’improvviso giovanissima, per diventare in un baleno showgirl a tutto tondo, sotto un iconico caschetto che solo la tivù a colori ci avrebbe confermato essere biondo platino. Ma il bianco e nero lei lo aveva colorato prima del technicolor, con quell’arcobaleno che si portava dentro. Brava, bella, professionale e soprattutto una di tutti. A pranzo con i suoi fagioli da indovinare era arrivata prima di Corrado, nei sabato sera degli italiani aveva duettato con Mina, per dirne una; aveva imposto il ritmo del tuca tuca e “venduto” milioni di biglietti della lotteria. Per stare nel Biellese, anche del cartellone del Ferragosto Andornese era stata protagonista nel 1972 in una serata, raccontano semplicemente le foto, con i fans impazziti. È stata la prima a scoprire l’ombelico in tivù, ma sarebbe meglio tenere a mente che per una vita intera di visibile più che mai ha tenuto il suo essere capace, stilosa e donna da ammirare. Ad un certo punto aveva pure dovuto emigrare in Spagna, dove è diventata popolarissima, per lavorare: sarà che forse in Italia a volte fatichiamo a comprendere la grandezza, nella propria arte, di chi può funzionare da esempio senza colpi di testa e volgarità. I palinsesti sono poi tornati ad ospitarla. Il pubblico in compenso l’ha sempre seguita. Quarant’anni fa le ragazzine aspettavano di vederla in tivù per copiarne i passi di ballo; non è un caso che nella decade degli anni Settanta uno dei nomi più registrato all’anagrafe per i fiocchi rosa sia stato Raffaella. Le trentenni di oggi mentono se dicono di non conoscere i suoi ritornelli. Come troppo spesso succede in questi anni, quando se ne va una parte di quell’Italia bella e forte, forse sono solo i giovanissimi a non comprenderne la portata. Non ne sono sicurissimo comunque questa volta, perchè il cordoglio oggi non mi sembra solo da Trieste in giù, ma per fortuna anche da Instagram in su. Che fa epoca e moda. Ah, che bello se stasera il calcio d’inizio di Italia-Spagna dai maxi schermi di Wembley idealmente fosse proprio Raffaella Carrà a darlo.

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