Parole - Vorrei continuare a chiamarlo Trinità

Terence Hill che annuncia il terzo Trinità è un colpo. Un colpo forte, come quelli che volavano nei saloon di quei primi due film cult (Lo chiamavano Trinità… e Continuavano a chiamarlo Trinità). È chiaramente un colpo basso. Di quelli nella boxe non ammessi, di quelli che non si devono fare.
Si, perché sono mille i motivi non per decretare che non sarà un successo, ma per sapere che Trinità è finito nel west da commedia, più che nel western, di Bud e Terence.
Oggi quel personaggio, assolutamente iconico nell’irriverenza dell’astuto e bel pistolero buono, fa in un attimo ritornare bambino ogni quarantenne, ma non farebbe, nel terzo episodio, allo stesso tempo ritornare Bambino, il Bud Spencer sceriffo del film per chi non si ricordasse. Il sequel, se posso, fa paura perché sono passati 54 anni dal primo e la “mano destra del diavolo” non credo potrà più essere l’idolo e l’amore rispettivamente di ragazzini e ragazzine, impoverendo solo il collettivo immaginario creato attorno a quel sublime e invidiato personaggio dagli occhi azzurri e scaltri.
“Trinità, la suora e la pistola”, questo il titolo ispirato alla storia vera di una religiosa che incrocia pure il famoso pistolero Billy the Kid, lo guarderò, perché lo guarderò come tanti, ma di Trinità ne resterà sempre e solo uno. Non giovane o vecchio, ma semplicemente quello là, immutabile e immortale, furbo e un po’ stanco, sulla sua slitta trainata dal cavallo, come lo si è visto sempre, da più di mezzo secolo a questa parte, e tanto (negli anni 90, a vent’anni dall’uscita, entrò addirittura nella top ten delle videocassette più vendute). Senza paragoni e senza bisogno di paragoni, soprattutto nel tempo. Perché Trinità non meritava di invecchiare, neppure si fosse perso in una locanda da spaghetti western a metà strada del tragitto che passa attraverso le memorabili scazzottate di film cult fino a don Matteo.
Non vorrei avesse avuto ragione lo stesso Terence Hill, prima tuttavia di convincersi evidentemente del contrario dal momento che dirigerà tra pochi mesi il nuovo film a Campo Imperatore in Abruzzo, nel dire sul possibile sequel che «pensavo fosse inutile, di aver già fatto tutto e che non avrei potuto fare di meglio». Anche per questo il terzo Trinità sarà un colpo. Forte, come quello penso Bud Spencer, dopo una faccia delle sue che oggi spopola tra le emoji con tanto di “mmmhhh”, tirerebbe volentieri al compagno di scena di sempre.

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