Don Roberto Repole, teologo, è il nuovo arcivescovo di Torino e vescovo di Susa

«La mia nomina ad arcivescovo di Torino e vescovo di Susa era umanamente del tutto imprevedibile. Non può essere opera semplicisticamente umana. Nella fede la leggo come l’opera della fantasia e dell’estro dello Spirito». Don Roberto Repole, 55 anni appena compiuti, legge così la sua nomina alla guida delle due diocesi piemontesi ufficializzata sabato alle 12 nel santuario della Consolata. Luogo simbolo per i torinesi e molto caro a don Roberto. Teologo, prete della diocesi di Torino, è docente di teologia sistematica (in particolare ecclesiologia e ministero ordinato) presso la Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale-sezione di Torino, l'Istituto superiore di scienze religiose e il biennio di specializzazione in teologia morale speciale, e alla Licenza nella sede centrale di Milano. Ha conseguito la maturità classica presso il liceo Valsalice di Torino (1986), il baccalaureato in teologia presso la Facoltà di Torino (1992), la licenza (1998) ed il dottorato  in teologia sistematica (2001) presso la pontificia Università Gregoriana in Roma. E' stato Presidente dell'Associazione Teologica Italiana dal 2011 al 2019. Collabora con numerose riviste, tra cui Vita Pastorale dei Paolini. E' attualmente Direttore della sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale. Autore di numerosi testi e curatore di diverse pubblicazioni tra cui "Il sono di una Chiesa evangelica. L’escatologia di papa Francesco". Ha servito in alcune comunità parrocchiali, molto legato a quella di Druento, vicino a Torino.
Nel suo primo saluto alle diocesi, dalla Consolata, dove era presenti tra gli altri anche il cardinale Severino Poletto, don Repole ha sottolineato: «Ho la grande grazia di dover servire due Chiese che conosco, pur in modo evidentemente diverso.  La Chiesa di Torino è la mia Chiesa, tanto amata. È qui che ho ricevuto il dono più bello di tutti, quello della fede, quello della compagnia di Cristo.  Gabriel Marcel faceva dire ad un personaggio del suo teatro che se il mondo fosse abitato  solo da quelli che noi consideriamo i viventi, l’aria sarebbe semplicemente irrespirabile. Questo è particolarmente vero per la Chiesa. La Chiesa di Susa ho avuto modo di conoscerla soprattutto attraverso diversi incontri di formazione e di ritiro dei preti. Ne ho sempre raccolto la sensazione di una comunità in cui, con semplicità, si serve il Signore e ci si vuole bene».
Monsignor Cesare Nosiglia  rimarrà  a vivere a Torino nella diocesi che ha guidato per oltre dieci anni con un’attenzione particolare verso i più poveri e abbandonati  e il mondo del lavoro. Dopo aver dato l’annuncio ufficiale del suo successore (già anticipato dai media) ha infatti comunicato: «Resterò a Torino in una realtà ecclesiale collegata alla parrocchia Madonna Addolorata al Pilonetto. Ho sempre desiderato infatti di poter servire una comunità parrocchiale. Desidero anche assicurare i lavoratori della ex Embraco e i poveri (in particolare senza dimora, immigrati o rom) che continuerò a seguire le loro vicende con la massima cura».
Al momento non è ancora stata indicata la data in cui don Repole verrà consacrato vescovo.

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