Il vescovo, Pasqua: «La vittoria dell'amore sul male»

Sono lieto di poter rivolgere ai lettori de Il Biellese un sincero augurio di Buona Pasqua, dicendo anche tutta la mia stima e il mio incoraggiamento al giornale per il servizio di informazione e di formazione di un’opinione significativa che svolge e alla famiglia dei lettori per il loro rapporto di fiducia e di interesse al giornale che costituisce l’asse centrale della consolidata esperienza della storica e apprezzata testata giornalistica.
Domenica sentiremo proclamare nelle chiese il lieto annunzio della Pasqua: “Cristo è risorto e vive per sempre!”. La comunità credente celebrando la Veglia in onore del Signor Risorto accende dal Cero pasquale una luce nuova che si diffonde sotto forma di tante fiammelle, le candele che i fedeli tengono in mano, per tutta l’ampiezza della chiesa, illuminandola. Anche quest’anno, benché le celebrazioni della Notte di Pasqua saranno alla sera, dovendo essere anticipate per le vigenti norme in materia di contenimento della pandemia, e quindi questo segno di passaggio dalle tenebre alla luce sarà meno visibile, la comunità cristiana si prepara a portare con la vita e la testimonianza di fede questa luce che illumina e riscalda. Non è una luce terrena, ma è una luce che viene dall’alto. Una luce nuova che si può accogliere solo se si ha l’umiltà di “diventare” nuovi, nel cuore a immagine di chi sa farsi piccolo. Questa è la verità della Pasqua: se non torniamo ad essere umili, semplici, buoni non sentiamo la fragranza del Pane di Vita, il profumo della primavera pasquale, il dono dell’amore dei fratelli.
Celebrare la Pasqua è credere e testimoniare che è avvenuta la vittoria dell’amore sulla radice del male, una vittoria che non “scavalca” la sofferenza e la morte, ma le attraversa aprendo una strada nell’abisso, trasformando il male in bene: marchio esclusivo del potere di Dio. Il Signore ci consegna questo dono. Il mio augurio pertanto va proprio in questo senso, non lasciamoci sopraffare dal dolore, dalle paure, dalle angosce, ma portiamo nella nostra vita questo “marchio” del potere di Dio.
Siamo ancora alle prese con il dramma della pandemia, e il mio pensiero va a tutti coloro che soffrono per questo morbo e per la paura del contagio. La pandemia ci ha privato non solo degli affetti per la morte di persone care o per la situazione di solitudine in cui tanti sono costretti a vivere, ma anche della possibilità di condurre una vita in tutta serenità, vedendo riaprire in sicurezza le scuole, le fabbriche, i negozi, le attività lavorative, i luoghi dello sport, dello spettacolo, del divertimento. Tanti sforzi sono stati fatti e tanta fiducia nutriamo negli effetti di protezione del vaccino, soprattutto per le persone che sono più anziane e fragili. Ma sappiamo che occorre ancora fare tanta strada.
In questi mesi, la vita di tante persone è cambiata all’improvviso. Viviamo un tempo di preoccupazione per l’avvenire che si presenta incerto, per il lavoro che si rischia di perdere e per le altre conseguenze che l’attuale crisi porta con sé.
Di fronte a questi drammi indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non sono davvero le parole che vogliamo sentire. Dobbiamo bandirle dal nostro modo di pensare, dal nostro modo di agire, dal nostro linguaggio! Esse sembrano prevalere quando in noi vincono la paura e la morte, cioè quando non lasciamo vincere la vita, la speranza nel nostro cuore e nelle nostre azioni. Anche l’opera di tante persone che svolgono il proprio dovere con responsabilità e competenza o con solidale vicinanza agli altri, espressi in tante forme di aiuto e di provvidenza, ci fanno ben sperare. La Pasqua sia per tutti il modo migliore per riscoprire ciò che ci rende veramente umani per poter realizzare la vocazione più alta alla quale siamo chiamati: amare e dare vita. Il mio augurio è semplice e sincero: il Signore Risorto, che i cristiani celebrano, e che ha già sconfitto la morte aprendoci la strada dell’eterna salvezza, disperda le tenebre di questo triste momento e ci introduca nel suo giorno glorioso che non conosce tramonto, sentendo già i benefici di questa aurora di un mondo nuovo, rinnovato dall’Amore, soprattutto nell’impegno e nella vita dei nostri giovani, ai quali continua ad andare tutto il nostro incoraggiamento e anche la nostra simpatia perché siano artefici di un avvenire migliore. Con questi sentimenti auguro una buona Pasqua.
Il Vescovo Roberto Farinella

© RIPRODUZIONE RISERVATA