Ergastolo per Lorenzo Osella, l'assassino di Secondino Baglione

Lorenzo Osella, 37 anni, è l'assassino di Secondino Baglione. Non ha avuto dubbi il giudice per l'udienza preliminare Arianna Pisano che ha condannato l'uomo all'ergastolo. Il processo si è celebrato con il rito abbreviato e lo sconto di pena previsto per la scelta di questo rito è stato la non applicazione dell'isolamento diurno. Osella era accusato di omicidio aggravato e di una serie di altri reati minori. Ora il suo avvocato annuncia di voler ricorrere in appello. «La condanna all'ergastolo non mi ha sorpreso. Ma certamente mi sarei aspettato che almeno il giudice prima di prendere una decisione così pesante potesse chiedere con una sua ordinanza di sentire in udienza i testimoni che a sommarie informazioni collocherebbero il delitto in una data diversa rispetto a quella riportata sul capo di imputazione» dice il legale. Il novantenne Secondino Baglione venne ritrovato senza vita nella sua camera da letto dopo che da alcuni giorni non lo si vedeva in paese. A dare l'allarme e a far intervenire vigili del fuoco e forze dell'ordine era stato il vicesindaco. Subito il medico legale aveva avuto dei dubbi sulla causa della morte tanto da far aprire un fascicolo in Procura per omicidio contro ignoti. A indagare sul caso era stata chiamata la Squadra mobile della Questura comandate dal commissario capo Marika Viscovo. In pochi giorni i sospetti degli inquirenti si concretarono su Osella. In passato difficile il suo, con alcuni trascorsi che lo avevano già portato a scontrarsi con la giustizia. Aveva ereditato dai suoi, morti qualche anno prima, la casa vicina a quello di Baglione. Sottoposto a interrogatorio il 37enne era crollato confessando il delitto e facendo ritrovare il corpo contundente con cui avrebbe provocato la morte dell'anziano. «Ero entrato nella sua abitazione con lo chiave che gli avevo precedentemente sottratto, ma si è svegliato e mi ha sorpreso. Allora l'ho colpito» questa la sua drammatica ricostruzione poi ritratta a processo. Sella infatti, davanti al Gup, la scorsa settimana aveva accusato di essere stato sottoposto a pressioni. Un caso che comunque, nonostante Osella avesse confessato e avesse indicato il luogo dove far trovare il grimaldello, lascia qualche dubbio: il primo è quello, già citato dei dell'incongruenza temporale, il secondo relativo all'assenza del ritrovamento di tracce ematiche sugli indumenti del condannato e l'assenza di tracce biologiche sia di Osella che di Baglione sull'arma del delitto. Sul palanchino, come emerso dalle perizie portate in aula dalla difesa, sarebbero invece state isolate tracce riconducibili a un terzo profilo.

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