Imprenditore biellese fermato dai carabinieri. Aveva mille mascherine non a norma in auto



Un imprenditore biellese è stato fermato ieri dai carabinieri di Biella con mille mascherine non a norma in auto.
Ecco nel dettaglio quanto avvenuto in una nota dell'Arma: «In questo difficile periodo di emergenza sanitaria, i controlli dei carabinieri sul territorio biellese non vengono solamente orientati al rispetto delle misure di prevenzione contro il rischio del contagio da Coronavirus, all’assistenza stretta alla popolazione più in difficoltà o al contrasto alla minaccia delle truffe attuate da individui senza scrupoli. Numerose, infatti, sono anche le verifiche operate dai militari dell’Arma, al fine di far rispettare la normativa sul commercio di materiale sanitario che in questo periodo si è certamente accresciuto generando un giro d'affari per nulla trascurabile.
In molti, infatti, cercano di impadronirsi di una “fetta di quella torta” di guadagni derivanti dal commercio di gel igienizzante, guanti, mascherine e altro materiale sanitario necessario, talvolta non a norma, talvolta aggirando la legge. In proposito, ieri, nel tardo pomeriggio, è finito nei guai un imprenditore biellese, già gravato da qualche vicenda penale in materia di violazioni delle leggi finanziarie. L’uomo, infatti, è incappato in uno dei tanti posti di controllo attuati dai carabinieri sulle strade della provincia e, subito, ha manifestato un atteggiamento sospetto, preoccupato.
I carabinieri di Biella hanno immediatamente intuito che qualcosa non andava per il verso giusto. In auto, infatti, trasportava più di mille mascherine chirurgiche, provenienti dalla Cina, per le quali non è riuscito ad esibire alcun documento che ne accertasse la conformità, né documenti di trasporto conformi a quelli previsti dalle norme o anche solo una semplice fattura che ne attestasse il regolare acquisto. Le mascherine, pertanto, sono state sequestrate e sono stati avviati approfonditi accertamenti per stabilire la legalità del canale attraverso il quale sono arrivate sin qui e dove fossero destinate. La sanzione prevista dalla normativa è decisamente salata, l’imprenditore rischia un verbale dell’importo di 42 mila euro».

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