Scandalo Crematorio. Respinta la richiesta di patteggiamento dei fratelli Ravetti

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Fissato il processo abbreviato: si torna in aula il 22 maggioUdienza preliminare questa mattina per i fratelli Alessandro e Marco Ravetti, ex amministratori delegati di So.cre.bi. la società che gestiva il tempio crematorio comunale e che sono stati investiti dallo scandalo delle cremazioni multiple, effettuate, secondo l'accusa, per aumentare la redditività dell'impianto. I loro legali avevano chiesto di patteggiare una pena sotto i 4 anni. Richiesta a cui si è opposta la Procura e rigettata dal giudice. Nel corso dell'udienza si sono costituite le parti civili. Tra loro tre familiari delle persone cremate individuati dalla Procura come parti offese. L'avvocato Alessandra Guarini, legale del Codacons, aveva chiesto la costituzione di ulteriori 43 posizioni, tutte di familiari di persone cremate nel periodo compreso tra settembre e ottobre 2018 quando fu condotta l'inchiesta che avrebbe portato a far scoppiare il caso. Questa richiesta è stata respinta. Parte civile sarà anche il Comune di Biella. Fuori dal tribunale è andata in scena la protesta silenziosa dei una trentina di parenti il cui strazio è quello di non sapere dove piangere chi il padre, chi la madre, i figli o i coniugi. «Non vogliano nulla dai signori Ravetti, non vogliamo i loro soldi. Vogliamo giustizia, un gesto di pentimento».

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