Atletica, Alberto Mosca ambasciatore dello sport biellese. Presto correrà la maratona di Londra

New York, Amburgo, Rotterdam, Amsterdam, Valencia: sono solo alcuni dei luoghi dove Alberto Mosca ha corso rappresentato Biella, una sorta di “ambasciatore” dello sport e delle eccellenze biellesi che porta sulla sua maglia, i suoi sponsor personali Botalla, Lauretana e Bandavej.

Il prossimo appuntamento sarà speciale tanto quanto i precedenti: il runner, da quest’anno portacolori dell’Atletica Potenza Picena, tornerà a Londra, dove ha già corso (e vinto) due volte la mezza maratona di Richmond Park (famosa perché incorona il vincitore su un trono regale), questa volta per prendere parte ad una delle maratone più importanti del mondo. Un regalo per il suo quarantesimo compleanno, in calendario tre giorni prima, il 19 aprile. «Sì, davvero un bellissimo regalo» dice l’atleta «Anzi, un sogno che si avvera».

A Londra ci saranno tantissimi atleti di livello mondiale, campioni olimpici. Cosa vuol dire correre con loro?

Vuol dire essere partecipe di una gara pazzesca dal punto di vista tecnico e non solo, perché l’aria che si respira in eventi come questi è incredibile. Mi viene la pelle d’oca solo a pensarci. Sarà stimolo ancor più grande a fare bene.

Perché proprio Londra?

Londra, come New York, è una città che mi ha sempre affascinato Sono vive, bellissime, multiculturali: è stupendo correre in mezzo a monumenti e luoghi stupendi, conosciuti in tutto il mondo. Poi c’è il livello tecnico: altissimo.

Quale può essere l’obiettivo?

è da tre mesi che sto preparando questo evento: tanti allenamenti e poche gare proprio per cercare di arrivare all’appuntamento nel migliore dei modi. Mi piacerebbe fare il personale anche se per scaramanzia non ci voglio pensare. Ho rinunciato ad altre gare, soldi, visibilità internazionale per preparala minuziosamente. Ed è stata una decisione condivisa con i miei sponsor biellesi, oltre che con New Balance e con il mio allenatore (il milanese Stefano Valisa, suo alter ego da oltre 15 anni, tecnico in passato anche di un grandissimo campione quale Gennaro Di Napoli, ndr). Nell’ultima a New York era andata molto bene ma avevo dovuto rincorrere la forma, perdendo oltre mese per l’infortunio avuto al braccio.

Il suo idolo?

Difficile trovarne uno, tutti i campioni hanno un grande fascino.Chi mi ha impressionato di più tra i presenti è Eliud Kipchoge: credo abbia una mentalità incredibile, una carica e una capacità di affrontare le gare unica. Non nego che mi piacerebbe molto conoscerlo e parlargli a fine gara.

Parliamo della sua lunga carriera: 28 anni di atletica. Una cosa da buttare e una da incorniciare?

Da ricordare, sicuramente, il secondo posto ai Mondiali di Corsa in Montagna Juniores. Da gettare la finale dei Campionati Europei Juniores nel 1997: mi sono mangiato una medaglia sui 3000 siepi.

Ha corso un po’ ovunque e in tante specialità, quale le piace di più?

Non butto niente, mi son divertito sia in montagna, che in pista, su strada e nei Cross. Oggi per scelta, per esigenze di tempo ho deciso di concentrarmi sulla strada e la maratona: le distanze lunghe mi piacciono molto. Questo è il punto: mi diverto e il giorno che non sarà più così smetterò.

Mosca, lo ricordiamo, è anche per il quinto anno testimonial dell’Istituto Clinico

Humanitas di Milano nel progetto “Io non corro solo”. Circa 20mila chilometri percorsi in nome della ricerca, che si tramutano in circa 1000 euro donati: un campione anche in questo.

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