Calcio, termina la consulenza di Luca Prina a La Biellese: «Non senza il magone di chi ha nel cuore i bianconeri»

Scrive una lettera Luca Prina per raccontare il termine della sua consulenza a La Biellese, partita nel novembre scorso. Eccola: «Tutte le storie hanno un inizio e una fine. La mia storia, la breve storia che vi sto per raccontare, non è la prima del genere e molto probabilmente non sarà neppure l'ultima. È una storia bella a prescindere, anche perché vede coinvolta la figura professionale del sottoscritto con l'amata Biellese. Io e la Biellese. La Biellese e Luca Prina. La sostanza non cambia, nel bene e nel male. Non devo certamente raccontarvi perché e percome nel 2009 la mia avventura in bianconero terminò dopo la storica promozione in Lega Pro, lo devo invece fare con questa lettera, anche alla luce del mio fresco ritorno dove tutto è nato. Negli ultimi 5 mesi ho riassaporato vecchie sensazioni in quegli ambienti a me cari dello stadio, che prima era solo il Lamarmora e che adesso è anche il Pozzo. Cinque mesi di passione, con ricordi roventi ad animare il percorso intrapreso con la gestione del dottor Rossetto. Termina oggi il rapporto di consulenza in essere, termina non senza il magone di chi ha nel cuore la Biellese. Ma la vita è fatta anche di scelte e io ho scelto un qualcosa condiviso con la Società. Possiamo chiamarle questioni fisiologiche, umane, genuine. Una scelta sofferta, ma sincera. Ho terminato il lavoro che mi era stato chiesto e che mi ero prefissato di eseguire. Ho consegnato al presidente Luca Rossetto un programma articolato, che spero possa essere di grande utilità per il futuro. Un lavoro fatti di analisi dettagliate a 360 gradi: gestione tecnico-organizzativa, settore giovanile, rapporti istituzionali, impiantistica e non per ultimo l'aspetto della comunicazione, perché anche sotto questo profilo la Biellese deve tornare ad essere la Biellese. Punto. Dico la "Biellese" proprio perché ho preso subito in considerazione il nome di battesimo che non può essere contaminato da cavilli burocratici e federali. Magari la forma non sarà ancora quella risolutiva, ma aver smosso il mondo per poter tornare a riappropriarsi della propria identità è motivo di orgoglio. Il primo passo verso il recupero della storica matricola è stato fatto. L'abbiamo compiuto insieme io e la "Biellese". Non intendo una classificazione qualsiasi, bensì quella della matricola originale. La Biellese, qualunque fossero le varie denominazioni dell'epoca, è nata nel 1902. La storia ci insegna questo. Il presente ci dice che tale recupero non è più utopia. Il futuro invece è nelle mani della Figc. La palla ora rimbalza nei corridoi federali di Roma. Tutto quanto ho descritto investe di grande responsabilità il lavoro che è (e sarà) sulle spalle di tutti i tesserati di questa "nuova" Biellese. Cito, non a caso, Luca Varacalli: non è automatico che un ragazzo della sua età, quindi ancora con mentalità da giocatore, pardon da bomber di razza qual è stato, possa inserirsi in un contesto manageriale. Lui ci è riuscito, bravo. Ecco questo è il ruolo sul quale merita concentrarsi per il rilancio del nostro calcio. Ringrazio veramente tutti, in particolare il presidente Rossetto. Prima lo conoscevo di fama, in questi mesi ho approfondito la sua conoscenza e sono affascinato dalle sue capacità manageriali e imprenditoriali. Sono convinto e certo che con il tempo riuscirà a riportare la Biellese dove merita. Non lasciamolo solo, consigliamolo per il bene della nostra Biellese. Questo di cui sono stato protagonista è il primo step, non escludo che in futuro le porte tornino a riaprirsi. In compenso quelle del mio cuore sono spalancate da sempre per il bianconero Biellese. Forsa Biela!».

© RIPRODUZIONE RISERVATA