Ciclismo, una spettacolare Targa Comune di Castelletto Cervo a Plebani. Le foto

Foto Paolo Giletta.

Ha vinto un corridore italiano, ma la 52ª Targa Comune di Castelletto Cervo passa agli archivi come la più internazionale delle edizioni della classica per Elite e Under 23 messa in calendario dal Velo Club Castelletto Cervo con la collaborazione dell’Ucab Biella.Sabato si è imposto Davide Plebani, 23enne di Sarnico nella Bergamasca, un califfo della pista (bronzo mondiale nell’inseguimento individuale) e uno dei giovani più interessanti del panorama nazionale (terza vittoria stagionale). Ma dietro a sé il talento della Arvedi, diretto dal diesse Massimo Rabbaglio, si è messo una schiera di stranieri di livello nell’arrivo a zig zag di frazione Garella che ha sostituito, causa problemi di transito, il consueto traguardo in cima alla salita di Castelletto capoluogo. L’ungherese Karl del Monaco e il russo Losev (Korenkova) nulla hanno potuto nell’abbrivio finale, così come il combattivo olandese Jerrits (Monaco). Leggermente più staccati i due della Zalf Euromobil Zanoncello e Bonaldo, poi Giordani (Arvedi), Baseggio (Zalf), Baldi (Overall) e Colnaghi (Named). È stata volata lunga con i quattro davanti allo scoperto negli ultimi chilometri e bravi a tenere fino alla fine, dopo che lo stesso Plebani e Jerrits già ci avevano provato in precedenza.Corsa bella, lunga e nervosa (42,086 km/h la media del vincitore) su un circuito di una quarantina di chilometri da ripetere quattro volte che al suo interno aveva ottocento metri di sterrato e uno strappo con punte al 21%. Non male per un tracciato rivisitato da classica vera. Sono partiti in 93 dei 116 iscritti (60 all’arrivo) con alcune delle migliori formazioni del panorama dilettantistico e molti stranieri. I russi ad esempio correvano con la maglia delle loro rispettive società, ma in pratica erano gli uomini della nazionale pronta per i mondiali. Insomma, bello spettacolo ciclistico a Castelletto Cervo (la gara assegnava anche il memorial Gino e Mariella Mosca oltre a quello intitolato a Bonda Riva Ermanno) per una classica che sa tenersi su buoni livelli in linea con la sua tradizione.

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