Tra i cinquanta più influenti al mondo nel ciclismo c'è un biellese: il manager Acquadro, 15°

Quelle di Forbes, la famosa rivista americana, sono le più famose. Di classifiche si intende. Dai più ricchi ai più pagati, dalle celebrità agli sportivi.
In un tempo che ancora fatica a ridare graduatorie sportive sulla base dei risultati che non ci sono per mancanza di partite e gare, a tenere banco in questi giorni nel ciclismo è un altro speciale ranking che riguarda le cinquanta persone più influenti nel mondo dei pedali a livello internazionale. A redigerla e pubblicarla cyclingnews.com, il sito internet che è qualcosa in più di un riferimento a livello mondiale per quanto riguarda il ciclismo. Come a dire, se la pubblica si ha ragione di credere che rispecchi la realtà. Sicuramente ha tutti i crismi dell’autorevolezza.
Ebbene, fin qui niente di strano verrebbe da dire, se non la curiosità per gli appassionati e non solo di andarla a leggere. E allora basta arrivare alla posizione numero 15, quindici sissignore quindici, per scoprire che - e quasi quasi ci starebbe bene un hashtag - Biella c’è. Il nome è quello di Giuseppe Acquadro, il procuratore di alcuni tra i più importanti ciclisti al mondo.
La sua storia ormai è cosa nota a tanti: da ex fornaio a Mino Raiola del ciclismo, per un paragone che non gli piace poi così tanto, ma rende bene l'idea della gavetta, delle capacità e del successo. Il procuratore biellese l’anno scorso ha vinto il Giro e il Tour con Carapaz e Bernal, per una doppietta da leggenda e da paperoni. Già, perché Acquadro, che ha sempre vissuto ad Andorno, prima di trasferirsi qualche tempo fa a Montecarlo, è davvero il re dei grandi contratti e dei grandi campioni alla sua corte.
E così non stupisce poi tanto vederlo nella classifica guidata da Marie-Odile Amaury, la presidente del Groupe Amaury che è la società sotto cui sta quella organizzatrice del Tour de France, davanti al presidente dell’Unione internazionale del ciclismo David Lappartient e a Yann Le Moënner che di Aso (la società del Tour) è il Ceo. Poi sfilano manager e proprietari di squadre, campioni e così via (c'è anche il reietto Armstrong). Quindicesimo, appena dopo al primo italiano in graduatoria, che è il direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni, ecco Acquadro. Nella motivazione si legge: «Pochi degli agenti nel ciclismo esercitano la stessa potenza di Acquadro. L'italiano ha una lista di clienti che include Egan Bernal (Team Ineos) e quasi tutti i ciclisti di alto profilo del gruppo. Il suo rapporto con il team Movistar potrebbe essersi inacidito negli ultimi anni, ma il vero super-agente del ciclismo potrebbe fare suoi parecchi grandi giri con i suoi corridori e averne ancora di classe mondiale da presentare».
Un’investitura ulteriore, insomma, per Acquadro che nell'ambiente ha scalato posizioni su posizioni, guadagnando stima e autorevolezza, proprio come i suoi campioni scalano le montagne con il piglio dei migliori. Solo altri due italiani, oltre a Vegni e al manager biellese, occupano un posto nella speciale classifica: si tratta di Alessandra Cappellotto (presidente associazione corridori femminile) e Giovanni Lombardi (ex corridore e oggi manager). A livello italiano certo potevano starci Renato Di Rocco, che è presidente della Federazione e vice dell'Unione internazionale, e forse Gianni Bugno, che è stato un grande ex da ciclista ed è capo dell'associazione mondiale corridori. Ma si sa, le classifiche sono fatte anche per cercare, e non trovare, chi non c'è. Chi c'è, eccome, invece, è Giuseppe Acquadro.
Perchè non sarà una delle classifiche di Forbes, ma intanto mica male. Davvero. Congrats Mr. Acquadro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA