A Biella 57 le attività che hanno chiuso nel 2022. Dal Comune 50 mila euro al commercio

Durante il 2022 sono state 57 le attività commerciali (tra cui il supermercato A&O di via Marconi) che hanno cessato di esistere: un dato che rientra nella media degli ultimi anni, eccezion fatta per il 2020, quando la pandemia da Covid-19 colpì molto duro, portando alla chiusura di ben 169 attività.
«Questo dato è fisiologico e nella media: infatti ci sono da considerare diversi fattori, tra cui ad esempio l’età anagrafica dei titolari delle micro imprese o la presenza sul mercato di massicce politiche da parte dei colossi internazionali di e-commerce, più evidente in alcuni settori merceologici, come l’abbigliamento e le calzature – spiega l’assessore al Commercio e sviluppo economico Barbara Greggio -. Inoltre occorre considerare che a livello nazionale stiamo assistendo alla chiusura di molti punti vendita delle catene del ‘fast-fashion’ e che i consumi si stanno orientando, in conseguenza anche agli aumenti delle bollette, verso i generi alimentari; mentre gli investimenti finanziari sempre di più si rivolgono ai beni rifugio, come ad esempio l’oro».
L’obiettivo di questa Amministrazione è sempre stato, e continua ad essere, rivolto ad adeguare il commercio alle nuove realtà. «Con la nascita del D.U.C. (Distretto Urbano del Commercio della Città di Biella), uno strumento altamente innovativo che coinvolge enti pubblici, imprese e cittadini, ci siamo evoluti in una fase successiva alla formazione per gli operatori - conclude l’assessore Greggio -. Abbiamo appena ricevuto dalla Regione Piemonte un primo tangibile segno sulla bontà del lavoro effettuato. Nei giorni scorsi per  la progettualità presentata per il nostro D.U.C. è arrivato un contributo, a fondo perduto, della somma di Euro 50.596,00 euro, per le attività che i commercianti ci hanno richiesto, compatibili con le linee guida regionali, che sono: l’impianto di filodiffusione in via Italia, l’aggiornamento data-base attività commerciali, la ricerca di strumenti digitali in grado di facilitare la vendita e la presenza di una scritta tridimensionale da posizionare alla stazione San Paolo o in un altro luogo condiviso insieme alle associazioni di categoria».

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