A Masserano il presepe di Morezzi ora ha 72 statue

Inaugurato lo storico allestimento nell’omonima frazione. Raccontano Renza Ferrari e Claudia Bergesio: «L’obiettivo è valorizzare il nostro paese»

Un viaggio nel tempo in una piccola frazione biellese dove per quasi un mese abbondano statue a grandezza naturale. Siamo a Masserano, in frazione Morezzi: parliamo di nove residenti che durante il periodo delle feste natalizie sono circondati da personaggi che hanno vissuto in passato nella borgata. La protagonista di tutto ciò è Renza Ferrari: insieme a lei il figlio Fabio Molon e l’amica Claudia Bergesio. Sono loro ad aver creato una vera e propria favola che sarà visitabile dal 17 dicembre al 7 gennaio, dalle 10 alle 18. Con sorpresa la sera della Vigilia.

Ma andiamo con ordine: Renza ha 73 anni ed è nata a Morezzi. Lasciata la frazione per una ventina d’anni, è tornata dopo aver sistemato la casa dei suoi nonni. Prima di andare in pensione, ha lavorato come impiegata e in un’azienda tessile, con il pensiero di poter fare qualcosa di speciale per la frazione. «Morezzi è sempre stata ben tenuta e si prestava molto, già in passato, a fare un presepe a grandezza naturale» spiega «così nel 2001 io e la mia amica Claudia abbiamo cominciato a costruire una piccola natività con le luci soffuse. Nel 2002 abbiamo aggiunto Gesù Bambino». Ma non è finita qui: negli anni successivi il presepe è aumentato di volume con la presenza di tantissime statue: «Ad oggi ce ne sono 72, alcuni dei personaggi rappresentano figure storiche di Morezzi come, ad esempio, le nonne». La somiglianza è davvero incredibile così come il lavoro da svolgere dietro le quinte: «Siamo ovviamente soddisfatte di quanto abbiamo creato insieme a mio figlio Fabio, che cura le parti più “pesanti” delle statue come, ad esempio, le anime in ferro. Ma il lavoro è davvero tanto, dalla preparazione dell’imbottitura al recupero dei vestiti fino alla richiesta che abbiamo fatto alle filature per avere degli scampoli di tessuti con cui posizionare dei capelli. Qualcuno è venuto ad aiutarci ma ci sono anche dei momenti di sconforto legati al fatto che non ci sono dei giovani che vengono a darci una mano. Questo è un pensiero che ho da tempo».

Già, perché Renza ha avuto la possibilità di “cedere” il presepe ad una associazione ma, alla fine, non ce l’ha fatta: «La sento come una creatura che, ad un certo punto dell’anno, si muove. Mi piace sapere che siamo riuscite nel nostro intento, cioè di far conoscere la frazione e di tenere vivo il ricordo della piccola comunità. Per me il presepe di Morezzi o muore qui o dobbiamo avere il coraggio di darlo a qualcun altro. E in questo momento il coraggio di fare questo passaggio non c’è». Torniamo alla sorpresa prevista il 24 dicembre, quando alle 22 verranno serviti vin brulè e cioccolata calda. Per una vigilia indimenticabile, a misura di presepe.

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