A Muzzano in piazza gli alberi della polemica

La piazza parrocchiale di Muzzano ha cambiato volto. L’abbattimento di 13 alberi presenti nell’area da diversi decenni ha generato polemiche e amarezza nei cittadini. Il taglio delle piante rientra nel progetto di riqualificazione della piazza.

Un gruppo di abitanti ha costituito un comitato, che ha voluto esprimere così il proprio pensiero: «Siamo indignati per l’improvviso abbattimento degli alberi che facevano da cornice alla nostra piazza. Alcuni di questi alberi avevano più di 80 anni, testimoni silenziosi del nostro quotidiano. Ciò significa che non esiste Muzzanese che nel proprio archivio di ricordi non abbia una fotografia della piazza senza i “suoi” alberi. Il 22 febbraio abbiamo trovato un cimitero al posto delle piante. Vogliamo esprimere disaccordo sul metodo adottato dal sindaco e dall’amministrazione comunale, che non hanno condiviso la scelta di “sbarazzarsi” degli alberi, né interpellato la popolazione prima di agire. Siamo certi che qualunque progetto potesse includere gli alberi abbattuti, tre dei quali forse non erano in buone condizioni. Muzzano non ha bisogno di un’area verde, perché è un paese immerso nel verde. Qualsiasi pianta verrà piantumata nascerà su un sentimento di amarezza e indignazione, per non essere stati coinvolti da coloro che dovrebbero rappresentarci e ai quali paghiamo le tasse. Gli alberi si custodiscono, non si abbattono».

Il sindaco Roberto Favario risponde così ai dubbi dei muzzanesi e alle accuse di Legambiente: «Non ho problemi a metterci la faccia, a differenza di chi ha esposto gli striscioni senza firmarsi. Prima di abbattere gli alberi ci siamo avvalsi della consulenza di un agronomo, che ha valutato le piante constatandole lo stato di ammaloramento. Alcune addirittura erano già in parte cave. Il tutto è indicato in una relazione. Nel 2019 il comune ha intrapreso un percorso volto a recuperare il centro storico.

Le riflessioni e le opinioni dei cittadini che parteciparono ai quattro incontri pubblici erano state inviate allo studio Carta-Comoli, che ha redatto il progetto, candidato in seguito a una manifestazione d’interesse proposta dalla Regione Piemonte. Il progetto è stato premiato con un finanziamento di 480mila euro. Lo studio di fattibilità, per diventare definitivo, è passato al vaglio della Diocesi e della Parrocchia, proprietaria della piazza, oltre che al vaglio della soprintendenza».

Prosegue il sindaco: «Il progetto prevedeva la sostituzione degli attuali alberi con la messa a dimora di carpini. Gli atti sono disponibili in comune e visionabili negli orari d’apertura dell’ufficio tecnico, lunedi dalle 17 alle 19 e mercoledì dalle 9 alle 10. Gli alberi non sono stati abbattuti a cuor leggero ed è comprensibile lo stupore dei cittadini. Ma la decisione è finalizzata alla pedonalizzazione dell’area, con riduzione dei parcheggi, nuove piantumazioni e la realizzazione di un’area verde di fronte alla chiesa. Il risultato finale sarà una piazza più ordinata, pedonale, verde, che sono certo soddisferà anche chi oggi nutre legittimi dubbi».

La protesta

“Noi alberi siamo morti a nostra e a vostra insaputa”. Recitava così uno degli striscioni esposti sabato nella piazza parrocchiale di Muzzano. Il motivo della protesta è l’abbattimento di 13 alberi che circondavano la piazza, taglio previsto nel progetto di riqualificazione dell’area. Legambiente Biella ha postato le foto degli striscioni sul proprio profilo facebook, esprimendo così il proprio pensiero: «È triste abitudine non dibattere pubblicamente, con la cittadinanza, dei progetti di riqualificazione urbana. È successo a Biella con la Piazza del Duomo, a Ponderano con la piazza parrocchiale e ora a Muzzano, con la “riqualificazione” della piazza parrocchiale. A farne le spese sono sempre le alberature pre esistenti, abbattute anche se ancora sane. Vi fu un solo caso nel biellese dove il dibattito pubblico portò a una modifica del progetto originario di riqualificazione di una piazza, quella antistante la basilica nuova di Oropa. Ma fu l’eccezione che conferma la regola, non confrontarsi con i cittadini. A Muzzano l’ultima vergogna, che non è solo nell’abbattimento degli alberi, ma nello sfregio della democrazia partecipata».

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