Ad un anno dall'inizio della guerra in Ucraina: il messaggio del vescovo

Ad un anno dall'inizio del conflitto in Ucraina arriva un messaggio di pace del vescovo Roberto Farinella.

Ad un anno dall’inizio dei bombardamenti dell’esercito russo all’Ucraina e della risposta difensiva di Kiev, invece di vedere spiragli di tregua e di negoziati di pace, la guerra rischia di allargarsi ancora di più. Al già pesantissimo bilancio in termini di sofferenze e di perdite di vite umane (da entrambe le parti) e di distruzioni ora si aggiungono ulteriori motivi di preoccupazione per il minacciato uso delle armi atomiche mentre cresce sempre di più la paura di una “guerra totale”.
Qualche passo da parte della diplomazia internazionale in questi dodici mesi di guerra è stato compiuto ma allo stato attuale sembra molto difficile che le ragioni della pace riescano ad unire un fronte compatto di Stati pronto a mediare, ad ottenere una tregua alla quale seguano dei negoziati di pace.
“Non lasciamo vincere la guerra”: è stato l’ennesimo appello che Papa Francesco ha lanciato l’altro giorno al termine dell’udienza generale, incontrando un gruppo di bambini ucraini, feriti nel corpo e nell’anima dal dramma della guerra.
Non ci basta, come cristiani, facendo nostri i ripetuti inviti alla Pace del Santo Padre, riconoscere la brutalità dell’aggressione russa e condannarla. Non ci basta riconoscere il legittimo diritto alla difesa dell’aggredito popolo ucraino sostenendolo con l’invio di armi. La guerra, purtroppo, genera sempre e solo altra guerra. La violenza provoca altra violenza.
Quello che serve più di tutto in questo momento, e che drammaticamente sembra mancare, è lo sforzo convinto e congiunto della diplomazia internazionale, complice forse la debolezza anche a livello mondiale dei più alti Organismi come l’Onu, nati dopo il conflitto della Seconda guerra mondiale e il rapido cambio sullo scacchiere internazionale del peso delle superpotenze, che possa giungere, anche se non subito alla pace, ma almeno ad un immediato cessate il fuoco. Senza questo passo necessario viene vanificato ogni altro sforzo. Ed è in questo clima che abbiamo in questi 12 mesi di guerra sentito sempre con maggiore preoccupazione la voce angosciata di Papa Francesco elevarsi per lanciare il monito: “Fermatevi, tutto il mondo è in guerra! L’umanità rischia di andare verso l’autodistruzione. Fermiamoci mentre siamo ancora in tempo!” La Chiesa italiana, attraverso l’intervento dei suoi Pastori, invita ad ogni sforzo per favorire le dinamiche della pace e propone una giornata speciale di preghiera per il 10 marzo.
Oggi, 24 febbraio, anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, a Biella, e in varie parrocchie della nostra Diocesi si terranno, in collaborazione con diverse associazioni, manifestazioni, incontri, marce, preghiere per la pace. Anche la Veglia di preghiera dei giovani per l’inizio della Quaresima che si celebra questa sera, in Cattedrale alle 21, avrà come riflessione principale la necessità che tutti avvertiamo di vedere realizzarsi il tanto desiderato dono della pace. I giovani pregheranno perché finisca la guerra e per ricordare le sofferenze di tanti uomini e donne, bambini e anziani, che stanno vivendo questo dramma. Ogni azione, anche se minima, è indispensabile per non lasciare che a vincere sia la guerra, ma per affermare il valore della pace, della giustizia e della concordia tra i Popoli. Affidiamo a Dio, anche nel nostro cammino quaresimale, questa supplica, mentre continua il nostro sforzo e l’impegno da parte di tutti di offrire solidarietà, vicinanza e conforto a quanti soffrono questo lungo e insanguinato inverno segnato dal dramma della guerra, aggravato dal tragico terremoto in Turchia e in Siria e dall’angoscia di tanti popoli per l’aggravarsi delle calamità naturali, della carestia e delle malattie. Quaresima è speranza, è avere un cuore aperto ai fratelli, è vivere già i frutti della Pasqua: la vittoria della vita sulla morte, del bene sul male.

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