«Alpini a scuola senza chiedere alle famiglie»

La lettera aperta di un gruppo di genitori: «Grave che la propaganda militarista sia entrata così facilmente in classe»

«Riteniamo che sia molto grave che la propaganda militarista e nazionalista sia entrata così facilmente nelle scuole»: la presa di posizione è di un gruppo di genitori biellesi di allieve e allievi di materne, elementari e medie. È contenuta in una lettera aperta, diffusa via social dal collettivo femminista “Le parole fucsia”, e fa riferimento ai numerosi interventi negli istituti scolastici di rappresentanti degli Alpini in vista dell’Adunata. «Hanno potuto parlare nelle aule» prosegue la lettera «narrando in modo soggettivo e a volte antistorico alcune vicende del nostro Paese, proponendo canti bellici, illustrazioni di divise fatte colorare nelle scuole dell’infanzia, mitizzando gesti e azioni, contribuendo a rafforzare il clima sovranista e nazionalista che sembra l’unico possibile».

A preoccupare i firmatari del documento è il fatto di aver scoperto di questi interventi nelle classi solo a cose fatte: «Tutto è stato fatto senza consultare i genitori, cosa che ci appare ancora più grave dato che per poter portare l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, cosa che ci parrebbe tanto più utile e necessaria, è invece richiesto il consenso delle famiglie». Il messaggio finale è rivolto al mondo della scuola: autrici e autori della lettera ne desiderano una «che parla e lavora per la pace, che insegna il senso critico e la ricerca della verità, che ha come obiettivo la formazione di persone libere e pensanti, cittadine di un mondo multiculturale, globalizzato e diversificato. Una scuola che insegna la convivenza tra le differenze, non classista, non elitaria, non militarizzata».

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