Avventure nel mondo. Non sarà un’auto pirata a fermare il sogno di Edo


 «Montagne, deserti, vento e neve li puoi combattere. Una macchina che ti centra da dietro, no». Usa queste parole Edoardo Bernascone il ventinovenne biellese che da maggio è impegnato a realizzare il suo sogno — attraversare in sella alla sua bicicletta  tutta l’Asia da Ulan Bator (capitale della Mongolia) fino a Pollone — per raccontare della disavventura che l’ha colpito poco dopo aver attraversato il confine con l’Iran. «Un incidente terribile. Una botta enorme mi ha scagliato per aria per poi atterrare di schiena sull’asfalto. Non ho perso conoscenza e sono stato in grado di raccogliere la mia bici e vari pezzi e borse che erano sparsi lungo la carreggiata».

L’incidente è avvenuto tre settimane fa e ora Edoardo che ha trascorso questo periodo di convalescenza ospite di una famiglia contatta su Couchurfing (un servizio gratuito di scambio di ospitalità e servizio di rete sociale) a Mashad  sta per rientrare in Italia. Non per problemi di salute  — accompagnato in ospedale e sottoposto ad accertamenti per fortuna non è emersa nessuna frattura, solo qualche contusione — ma per cambiare bicicletta. «Già, neanche Alì storico meccanico della Mashad antica è riuscito a trovare una quadra per la mia due ruote».

Edoardo ha parole di apprezzamento per la sanità iraniana che «funziona molto bene. Mi sono stati assegnati subito un dottore e un infermiere che parlavano anche un po’ di inglese».

Dopo un iniziale scoramento, la botta è stata duro non solo per il fisico ma anche per la tenuta psicologica, ora il giovane pollonese è davvero determinato a ripartire.

«A casa ho una bici più stradale rispetto a quella che avevo scelto per affrontare il viaggio. Che dire? Speriamo che le strade dall’Iran non mi riservino troppi sterrati».

Edoardo che racconta le sue vicissitudini sulla sua pagina facebook e sul blog sulfilodiseta.it  si ritiene «fortunato, molto fortunato e ringrazio Dio per questo».

Prima di prendere il volo per l’Italia — il rientro è previsto per il 5 dicembre — Edoardo ha l’occasione, con il piede che incomincia a non dargli più fastidio, di visitare la bella città di Mashad. «Ho già visto l’Imam Reza shrine. È un enorme complesso di moschee, il secondo più grande al mondo dopo la Mecca, un posto così potente e pieno di energia».

Il personaggio 
Edoardo Bernascone e il richiamo dell’avventura
Si potrebbe dire che questo richiamo Edoardo ce l’abbia nel sangue. Suo papà Paolo è stato un grande alpinista e si cimentò anche nel volo libero. E poi vive a Pollone, paese di padre De Agostini (padre Patagonia), grande esploratore. Edoardo si è innamorato dell’Asia e ha voluto poterla vivere e conoscere in  libertà con i tempi lenti che solo una bicicletta può offrire. Compagna di viaggio fino all’incidente è stata la sua bicicletta, una “supergravel”, una tipologia di due ruote nata negli ultimi anni che ha il pregio di avere le geometrie di una bici da corsa e la robustezza di una mountain-bike. Ed è forse grazie a questa robustezza che il biellese non si è fatto troppo male nell’incidente è ha potuto percorrere più di 7 mila chilometri da Ulan Bator all’Iran.

Sulla via della seta
Un sogni che si sta realizzando
Edoardo Bernascone fino all’Iran ha percorso più di 7 mila chilometri in bicicletta. Il suo viaggio era iniziato a maggio quando si era imbarcato da Malpensa per Ulan Bator, la capitale della Mongolia. Il suo sogno era ed è quello di attraversare tutta l’Asia sulla Via della Seta sino a raggiungere l’Italia sulle tracce di Marco Polo.

Per far questo Edoardo si è preso un anno sabbatico dal lavoro. Il suo viaggio è documentato sul suo blog sulfilodiseta.it curato dall’amico Alessandro Ceffa.

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