«Biella Provincia un bene, Vercelli ci sfruttava»

L’invettiva del presidente Ramella Pralungo alla presentazione degli eventi per i trent’anni dall’autonomia

Ha ripescato in archivio anche gli slogan degli ultras del calcio nei vecchi derby Emanuele Ramella Pralungo, per spiegare perché sia stato un bene per Biella staccarsi da Vercelli trent’anni fa. La conferenza stampa con cui ha presentato le iniziative per il compleanno dell’ente è diventata anche una difesa strenua e appassionata della biellesità e dell’orgoglio, oltre che dei vantaggi che il territorio ha avuto per rendersi autonomo.

Al di là delle battute su riso, nebbia e zanzare e di quella su quanto gli girino (testuale) «quando leggo che sono nato in provincia di Vercelli», il presidente della Provincia ha rimarcato quello che accadeva prima del 1995 e dell’insediamento della prima giunta guidata da Silvia Marsoni: «Noi abbiamo poche infrastrutture oggi perché Vercelli ha fatto investimenti solo sulla sua porzione di territorio». Ha parlato senza mezzi termini di trattamento da «regno periferico, noi venivamo solo sfruttati economicamente». Un tema, quello delle risorse, che secondo Ramella Pralungo ha condizionato la vita dell’ente di cui è alla guida: «Con il distacco» ricorda «ci siamo accollati perfino una parte del debito di Vercelli. È stato necessario fare investimenti ingenti per costruire quello che non avevamo, gravando anche sul nostro bilancio. Il dissesto finanziario che ha vissuto l’ente è figlio anche di questa situazione».

Le feste per i trent’anni di Biella provincia vogliono essere un messaggio a chi nel 1995 non c’era o era un bambino, «per ricordare che quello che oggi diamo per scontato, una volta non c’era: la questura, la prefettura, gli uffici pubblici. Lo stesso palazzo sede della Provincia, senza la ristrutturazione fatta all’epoca, sarebbe un edificio abbandonato e fatiscente in mezzo alla città». La prima tappa dei festeggiamenti è venerdì 16 nell’aula magna del liceo Avogadro di via Galimberti a Biella. Una tavola rotonda vedrà alternarsi, dopo i saluti istituzionali del presidente, il saggista e docente (proprio al liceo Avogadro) Riccardo Quaglia, il presidente del Gruppo giovani imprenditori dell’Unione industriale Stefano Sanna e l’archivista e storico Danilo Craveia. Chiuderà l’evento “Trent’anni di pietra e luce” con studentesse e studenti del liceo Sella e con il gruppo Fotoart di Cossato.

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