Caro bollette, una stalla su dieci a rischio chiusura

A causa del caro bollette quasi una stalla su dieci (il 9 per cento) è a rischio chiusura  con  ripercussioni per l’ambiente, l’economia e l’occupazione, ma anche per la sopravvivenza del patrimonio agroalimentare Made in Italy, a partire dai suoi formaggi più tipici della montagna».
È l’allarme  lanciato dalla Coldiretti in occasione dell’apertura ufficiale della Fiera agricola e Zootecnica di Montichiari, la più importante manifestazione italiana a livello internazionale dedicata all’allevamento, con la prima mostra sulle eccellenze casearie italiane a rischio scomparsa per raccontare la ricchezza del patrimonio di biodiversità italiana con razze antiche e in via di estinzione salvate dal lavoro delle famiglie di agricoltori e allevatori.
A strozzare gli allevatori italiani è una esplosione delle spese di produzione in media del +60 per cento, legata ai rincari energetici, che arriva fino al +95 per cento dei mangimi, al +110 per cento per il gasolio e addirittura al +500 per cento delle bollette per l’elettricità.
«Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado» hanno spiegato il presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il direttore Luciano Salva- dori. «Un crollo della capacità produttiva che rischia di essere sostituita da importazioni da paesi che non applicano le pratiche sostenibili allevatoriali  caratterizzanti il sistema produttivo europeo o, ancora peggio, dalla spinta proprio alla produzione di cibi sintetici. Da qui la richiesta di rivedere la direttiva in cui non si tiene conto della circolarità dell’attività zootecnica, in termini di sostenibilità e delle riduzioni delle emissioni ottenute dal settore negli ultimi anni. E’ necessario intervenire» concludono «subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e per programmare il futuro, anche con accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi che non scendano mai sotto i costi di produzione».

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