Christie’s è interessata al castello del Torrione dei Vialardi a Sandigliano

Dopo Sothebys’s, che ha gestito la vendita della villa dello stilista Nino Cerruti, in splendida posizione sulla collina di Ronco - ha comprato un americano probabilmente interessato anche alla produzione del vino - anche Chistie’s si starebbe interessando al Biellese. Filtra infatti la notizia che sarebbe in vendita il castello del Torrione, a Sandigliano. La trattativa  sarebbe proprio affidata alla prestigiosa casa d’aste londinese, specializzatasi anche nelle transizioni immobiliari più esclusive. Sul sito della filiale italiana di quella che è una delle più antiche e celebri case d’asta al mondo si legge: «Christie’s International Real Estate - Milan Exclusive è lieta di proporre in vendita un complesso castellare del XIII secolo immerso in un parco di circa 29.000 mq che vanta una posizione ideale per coloro che desiderano essere vicino agli aeroporti e godere di privacy assoluta». Ancora la proprietà viene così descritta: «Il complesso castellare è costituito da due castelli indipendenti ad ala di un torrione. Uno dei due castelli, di circa 900 mq, è completamente ristrutturato e adibito ad abitazione principale. Questo castello vanta un’articolata disposizione degli spazi interni, con zona giorno e di rappresentanza, zone notte padronali e ospiti e zone di servizio, oltre che dettagli architettonici di assoluto pregio storico. Gli interni sono riccamente decorati con affreschi seicenteschi per circa 670 mq, soffitti a volta, stemmi e dettagli decorativi che donano un’eleganza senza tempo. Il castello vanta, inoltre, un alloggio indipendente per il custode ed un ulteriore piccolo blocco abitativo indipendente non restaurato di 100 mq. Nella parte centrale della proprietà si erge un imponente torrione parzialmente restaurato di circa 260 mq. Il secondo castello, adiacente al Torrione, insieme alle ex stalle, fienile e tettoia e altri fabbricati diruti sono, invece, da restaurare e costituiscono un’ampia superficie di oltre 1500 mq. La proprietà, che si sviluppa su circa 29.000 mq di giardino, garantisce completa privacy e riservatezza in una posizione strategica del Nord Italia». L’annuncio prosegue prospettando le opportunità dell’acquisto del bene: «Questa articolata dimora storica, grazie anche alla versatilità dei volumi e all’accesso da più ingressi indipendenti, offre un’opportunità unica per coloro che desiderano trasformarlo in una residenza privata di prestigio, un hotel di lusso, un’incantevole location per eventi speciali o qualsiasi altro progetto di immobili ricettivi o destinati all’hospitality».  Infine si fa cenno ai vincoli della Soprintendenza: «Solo alcune parti del complesso castellare hanno un interesse di tipo storico e artistico e sono state sottoposte a vincolo». La cifra richiesta è sempre indicata sul sito:  un milione e mezzo di euro, cifra che potrebbe essere un semplice valore di riferimento. Le trattative per immobili di questo genere, si sa, sono generalmente riservate e le vere cifre quasi mai si vengono a conoscere. Christie’s, a catalogo, in questo momento, ha altri due immobili di prestigio collocati in Piemonte, un complesso edilizio nel Monferrato e una villa sulla Collina Torinese. Se effettivamente la vendita andasse in porto sarebbe un passaggio di proprietà significativo per uno dei più antichi e bei castelli biellesi. Il castello del Torrione è infatti uno dei pochi manieri al mondo ancora di proprietà della famiglia che lo aveva eretto. A vendere sarebbe il conte Tomaso Vialardi, ultimo discendente di linea maschile del casato, uno dei casati militari più prestigiosi del Piemonte con ufficiali che hanno servito nell’esercito prima del ducato di Savoia, poi del Regno di Sardegna e poi di quello italiano, fondato dal cavaliere di origine tedesca Widalardo quando, attorno al 1100, decise di stabilirsi in questa regione. L’ultimo significativo intervento al castello risale al 2008 quando il conte Tomaso restaurò il Torrione, la torre che nel 2017 ha festeggiato gli 870 anni di storia, e che dà il nome all’intero complesso. Lo stesso conte Vialardi, in un articolo pubblicato su “il Biellese” nel 2008, non nascose una certa amarezza per come lo Stato non aiutasse i proprietari delle dimore storiche - beni sì privati ma che appartengono anche all’identità di un territorio, di un popolo - nel loro mantenimento, anzi li ostacolasse. Concludeva amaramente: «Io la mia parte l’ho fatta e credo molto oltre il mio dovere. E se mia figlia non avrà voglia di continuare? Il Biellese perderà un pezzo importante della sua storia, ma forse non se ne accorgerà nemmeno».

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