Contro la tratta: liberi di danzare, sapere, denunciare

Giovedì davanti alla Fons Vitae è previsto il flash mob con gli allievi della scuola di danza “L’Arabesque”

Giovedì verrà celebrata anche a Biella la giornata Mondiale contro la tratta di persone. Il fenomeno è diffuso in tutto il mondo, e il territorio biellese non è un’eccezione. Lo testimoniano la presenza e le attività svolte dal Tavolo della Tratta, attivo nel contrastare i tentativi di sfruttamento contro le persone migranti. Le più vulnerabili sono le donne, vittime di violenze e inganni spesso già nel Paese di provenienza. Il flash mob organizzato per giovedì ha l’obiettivo di sensibilizzare, anche attraverso la danza, a questo tema di cui spesso non si ha percezione. Pubblichiamo di seguito lo scritto di Caterina Ramella Gal.

Quella del prossimo 8 febbraio 2024 sarà la decima edizione della Giornata Mondiale contro la Tratta di Persone, giornata istituita nel 2015 per volere di Papa Francesco in occasione della festa di Santa Bakhita, suora sudanese vittima di tratta.

L’appuntamento di giovedì rappresenta l’occasione per raccontare il traffico di esseri umani, fenomeno globale, che ogni anno genera un profitto di circa 150 miliardi di dollari, rappresentando la seconda economia illegale al mondo.

IL FENOMENO

La tratta di esseri umani è il processo attraverso il quale le persone (giovani uomini e donne, bambini e neonati) vengono costrette o attirate da false prospettive, reclutate, trasferite e obbligate a lavorare e vivere in condizioni di sfruttamento o di abuso. È un fenomeno, come avvertono i recenti rapporti delle Nazioni Unite, in continua e drammatica evoluzione.

Dove ci sono grandi flussi di persone che si spostano, dove conflitti e guerre vengono combattute ogni giorno, la tratta fiorisce. Le aree più a rischio, in questo momento, sono il Nord Africa e l’Asia meridionale. Ma lontano da confini fisici e territori, il fenomeno è esploso anche online. Gli sfruttatori agganciano sempre più spesso le proprie future vittime sul web, con false promesse e raggiri.

IL TAVOLO BIELLESE DELLA TRATTA

E LA COLLABORAZIONE CON “L’ARABESQUE”

Nel Biellese, attraverso la rete delle associazioni del Tavolo Tratta e grazie al lavoro degli enti antitratta che operano sul territorio, tante sono le persone che si adoperano quotidianamente per contrastare questo fenomeno, per raccontarlo ai nostri giovani – gli adulti del domani - con storie, dati, testimonianze. Anche se i trafficanti sono sempre un passo avanti, anche se il fenomeno è sommerso e difficile da far emergere, anche se sembra non ci riguardi, è importante parlarne, far sentire la voce di chi non ha voce, guardare negli occhi le vittime della tratta e dare loro la dignità di essere umano, che non ha prezzo, che non è in vendita, che è troppo preziosa per essere persa per sempre!

Quest’anno, il Tavolo Tratta di Biella ha coinvolto per questa iniziativa la scuola di danza L’Arabesque di Biella che, diretta da Stefania Vannucci, con Emanuele Leone parteciperà con gli allievi e le allieve dei corsi Avanzati di danza Modern a un flash mob per dire no alla tratta, a questa moderna forma di schiavitù che coinvolge circa 21 milioni di persone ogni anno. L’esibizione a cura de L’Arabesque avrà luogo giovedì alle 16.30 davanti alla Fontana Fons Vitae, via Italia, Biella.

LA PARTECIPAZIONE DELLE SCUOLE SUPERIORI

CON “IL CORAGGIO DELLA LIBERTà”

Al flash mob parteciperanno anche gli allievi delle scuole superiori di Biella e Valdilana che quest’anno hanno partecipato al laboratorio “Il coraggio della libertà” di Muse alla Lavagna, gestito dalla Caritas Diocesana di Biella, incentrato sulle dinamiche, il contesto, gli ambiti di sfruttamento del traffico di esseri umani, con un focus sui progetti di contrasto a tale fenomeno promossi nel Biellese (quali case di fuga, alloggi protetti, unità di strada, sportello antitratta, attività di sensibilizzazione e advocay). Nella mattinata di venerdì gli studenti incontreranno Blessing Okoedion, che, uscita dall’inferno della tratta, oggi lavora come mediatrice culturale, e Anna Pozzi, giornalista, scrittrice ed esperta del fenomeno; un’occasione unica per mettersi in ascolto di storie che nessuno vorrebbe ascoltare, ma che vanno raccontate, perché, con lo sforzo e il protagonismo di ciascuno di noi, un giorno si possa dire che la tratta è vinta, che la schiavitù non esiste più, e che la nostra società, che ogni anno paga migliaia di prestazioni sessuali e sfrutta gli esseri umani a proprio piacimento, è guarita. Scrive Blessing Okoedion:

Mi sono detta che dovevo provare a trarre tutto

il positivo possibile da questa esperienza

così negativa. Dovevo far uso di quello

che mi era successo [...]. Non potevo

stare in silenzio. Ho visto troppe persone vivere una vita da schiave senza rendersene conto.

Non potevo più tollerarlo e fare finta di niente.

Dovevo, io stessa, fare tutto

quello che era in mio potere per cercare

di spezzare le catene di questa orribile schiavitù che rovina la vita di migliaia di persone.

CATERINA RAMELLA GAL

referente tratta per Caritas Biella

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