Covid, Biella: quasi 700 i nuovi positivi da inizio settimana e circa 60 i pazienti ricoverati

In riferimento alla rapida crescita del numero di positivi sul territorio biellese, l’AslBi raccomanda un comportamento prudente da parte di tutti i cittadini e un utilizzo responsabile del servizio di Pronto Soccorso, per casi di reale urgenza e necessità.
Nel periodo tra il 15 e il 21 dicembre nel territorio dell’AslBi i casi di positività sono stati 370 ogni 100.000, a fronte di una media regionale di 273: in una classifica delle province d’Italia, Biella è al 21° posto per numero di infezioni da Covid-19.
Si sta continuando a registrare un trend in aumento, anche in questi giorni con circa 180 casi di positività al giorno. Solo da lunedì 20 dicembre scorso sono quasi 700 i casi riscontrati.

Totale ricoveri Covid: 59 di cui il 70% circa è rappresentato da pazienti non vaccinati.
1 Rianimazione
13 Semintensiva
22 Pneumologia
22 Fisiatria
1 Pediatria
Accessi in Pronto Soccorso (dati del 23/12/2021): 82 di cui 15 per Covid (3 ricoverati e 5 in attesa di ricovero).

«Sul territorio i medici Usca stanno seguendo un centinaio di pazienti in carico ai servizi territoriali. L’AslBi in ottemperanza alle indicazioni regionali ha adeguato il protocollo per la presa la gestione di pazienti covid a domicilio. Sono stati inoltre dotati i medici Usca di tamponi rapidi antigenici di terza generazione, la cui validità è sovrapponibile a quella dei tamponi molecolari. Nelle ultime settimane sono state inoltre somministrate le terapie monoclonali a 30 pazienti con fattori di rischio» fa sapere l'Asl Biella.
«Nei reparti ad alta intensità di trattamento i pazienti non vaccinati sono quelli che presentano le sintomatologie causate dal virus più serie, in particolare da un punto di vista respiratorio. Nei reparti a bassa intensità i pazienti vaccinati giungono soprattutto a seguito di sintomatologie diverse da quelle respiratorie. Da questo quadro della situazione emerge quindi come i vaccini riducano drasticamente il numero dei ricoveri in Terapia Intensiva e in Terapia Semintensiva e, di conseguenza, contribuiscano a diminuire la durata delle degenze e degli eventuali postumi (cosiddetto “long Covid”). Lo scopo e l’utilità dei vaccini Covid sono perciò ampiamente confermati dalla prevalenze di sintomatologie respiratorie più severe in Medicina e Chirurgia d’Urgenza per i soggetti non vaccinati, mentre i pazienti vaccinati presentano condizioni stabili e con insufficienze respiratorie di grado moderato. Su 59 ricoverati, sono 14 infatti i pazienti in trattamento intensivo o semintensivo. Questo dato comprova l’efficacia della campagna vaccinale».

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