Crisi in Ucraina, l'accoglienza dei cittadini in fuga dalla guerra. Accolta nei centri una famiglia di cinque persone

Nel corso dell'ultima settimana la questione relativa alla crisi in Ucraina ed all'accoglienza dei cittadini in fuga dalla guerra è stata oggetto di attenzione, da parte della Prefettura, in diverse occasioni. Già lo scorso 28 febbraio, si è tenuto il consiglio territoriale per l'Immigrazione nell'ambito del quale il Prefetto ha sensibilizzato i partecipanti (Enti locali, mondo dell'associazionismo e del volontariato, sindacati e Consorzi socio-assistenziali del territorio) a tenere costantemente informata la Prefettura circa ogni iniziativa, anche assunta autonomamente, in tema di accoglienza al fine di assicurare il necessario monitoraggio e raccordo istituzionale, in una ottica di ottimizzazione delle risorse disponibili. In tale ambito, quindi, è stata sottolineata l'esigenza di distinguere gli interventi di matrice solidaristica - o comunque finalizzati al libero ricongiungimento con le famiglie di origine ucraina, presenti su questo territorio, attesa la presenza di una forte concentrazione di comunità ucraine - da quelli riconducibili all'assistenza e all'accoglienza di tipo istituzionale riconducibile alla Prefettura (C.A.S.- Centri temporanei di accoglienza) ed ai Comuni (S.A.I. -Sistema di Accoglienza ed Integrazione). L'argomento è stato ulteriormente affrontato nella giornata di ieri in sede di Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica - cui partecipano, com'è noto anche il sindaco del Comune capoluogo ed il presidente della Provincia - anche al fine di un punto di situazione circa gli arrivi spontanei provenienti dal fronte di guerra. Al riguardo, premesso che già nella giornata dell'1 marzo è stato accolto ed inserito nella rete dei C.A.S. un nucleo familiare di cinque persone, è stato evidenziato, in relazione al recente indirizzo del Ministero dell'Interno, che, fermo restando il flusso accolto da familiari e conoscenti, l'accoglienza di tipo istituzionale sarà garantita tramite la consueta rete dei C.A.S. facente capo alle Prefetture, e dal S.A.I. gestito dai Comuni. Al pari di quanto previsto per i profughi provenienti dall'Afghanistan, è stata inoltre sottolineata la possibilità che la Prefettura stipuli, con i Comuni interessati, accordi di collaborazione ai sensi dell'art. 15 della L. 241/1990, al fine di affidare ai Comuni medesimi la gestione dell'accoglienza, secondo la disciplina dei C.A.S., con oneri a carico del Ministero dell'Interno.
In tal senso, il Prefetto ha anticipato l'emanazione di una circolare a tutti i Comuni. Il recente decreto legge, varato dal Governo il 28 febbraio, ha infatti disposto un incremento delle risorse finanziarie per la prima accoglienza, per un importo pari al costo di circa 5000 ulteriori posti attivabili nell'ambito della rete C.A.S. e l'autorizzazione all'attivazione di 3000 posti del S.A.I. Sempre in sede di Comitato, anche sulla scorta dell'esigenza segnalata dallo stesso Questore, è stato rappresentato che i cittadini ucraini, e le famiglie ospitanti, sono tenuti a prendere immediati contatti con la Questura al fine di segnalare la propria presenza sul territorio.

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