Economia, indagine congiunturale: le previsioni degli imprenditori per il primo trimestre 2023

L’indagine congiunturale realizzata a dicembre a livello regionale per il primo trimestre 2023 e che raccoglie le valutazioni di quasi 1.100 imprese, registra un clima di attesa improntato alla cautelaSi assestano gli aumenti dei prezzi in atto da oltre un anno: scende dal 77,7% al 56,1% il numero di aziende che prevede aumenti nei prezzi delle commodity, cala dal 91,9% al 66,6% chi si aspetta aumenti energetici, scende dall’82,8% al 61,2% chi teme per aumenti dei costi di logistica e trasporti.
Per quanto riguarda la produzione il 19,8% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 15,8% che si attende una diminuzione, con un saldo positivo che sale al 4,0% (era al 2,1% a settembre). Il 17,8% prevede un aumento dell’occupazione, contro il 7,9% che ne prevede la riduzione, qui il saldo è stabile a +9,9% (era 9,8% nella scorsa rilevazione). Per gli ordinativi il saldo è +1,4%, in aumento di 2 punti percentuali, e ciò si riflette anche sulle attese per l’export con un negativo di -2,1%. Leggero rialzo per gli investimenti, che interessano il 27,0% delle rispondenti dal 25,7% di settembre, stabile il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’8,3% delle imprese, un valore fisiologico. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%), un valore storicamente alto. Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), ancora ottimiste sui livelli produttivi (saldo +8,1%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo del +2,4%.

Il commento di Marco Gay, presidente Confindustria Piemonte
«Per il 2023 l’analisi congiunturale presenta il sistema impresa Piemonte con indicatori in linea con i trend di quest’anno, questo anche grazie alla grande eterogeneità delle produzioni e dei settori in cui operano le nostre aziende. Anche l’industria del turismo sembra aver ripreso i trend pre-pandemia. Le incertezze e possibili criticità restano, davanti a noi c’è soprattutto un’occasione per accelerare la trasformazione e le transizioni nella nostra industria. Ciò avverrà se l’utilizzo dei fondi del Pnrr e della programmazione 2021-2027 nei prossimi mesi sarà rapido ed efficace, e riuscirà a coinvolgere al massimo il tessuto produttivo piemontese, con un’attenzione particolare alla formazione e all’aggiornamento continuo per studenti, imprese e lavoratori. È una visione strategica di grande concretezza, che deve essere al centro di una sinergia determinate tra pubblico e privato. Solo così riusciremo a dare un’attenzione strutturale al mondo produttivo ma anche alla tenuta della coesione sociale, perché sono crescenti le difficoltà e le insicurezze che le famiglie stanno affrontando».

I dati territoriali
A livello territoriale, Torino, Asti, Canavese e Novara hanno previsioni ottimistiche, con saldi rispettivamente del +13,5%, +10,7%, +7,4% e +3,7%. Alessandria e Cuneo tornano in territorio positivo a +12,2% e +2,0%. Negative restano invece Verbania, Vercelli e Biella con saldi rispettivamente di -14,3%, -9,6% e -5,8%. Nel manifatturiero, si conferma la frenata già registrata a settembre. I saldi ottimisti-pessimisti per ordini e produzione sono pari a -4,5% e -1,9% (erano -4,6% e -1,8% a settembre). Anche l’export registra un saldo negativo (-2,3%), ma in recupero rispetto a quello totalizzato per questo trimestre (-5,7%). Ancora relativamente positiva, invece, l’occupazione, con un saldo che resta a +7,7%, stabile rispetto alla scorsa rilevazione. Bene gli investimenti, che interessano il 28,3% delle aziende, in salita rispetto al 26,4 di settembre. Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (78%) e il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 10,8% delle imprese. Nei servizi il clima di fiducia migliora rispetto a settembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 17,9% (era 12,1% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +15,7% (da +9,9%), quello sull’occupazione è pari +15,1%. Gli investimenti restano sostanzialmente stabili (24%), così come il ricorso alla CIG (2,3%). Resta alto il tasso di utilizzo delle risorse (85,1%). Positivi i servizi alle imprese (+30,0%), ICT (+27,0%), trasporti (+17,2%), utility (16,7%), ripartono commercio e turismo (+10,9%) e altri servizi (+8,0%).

I dati di Biella
L’indagine congiunturale realizzata da Unione Industriale Biellese rispetto alle previsioni degli imprenditori sul primo trimestre 2023 continua ad evidenziare un'accresciuta prudenza rispetto alle analisi dei periodi precedenti, in particolare con le previsioni negative per la produzione e ordini.
Ecco il saldo fra pessimisti e ottimisti dei principali indicatori sulle previsioni degli imprenditori biellesi dell'industria manifatturiera e del terziario per il primo trimestre 2023:


  • occupazione : 7,2 % (era 4,1% lo scorso trimestre),

  • produzione totale : - 5,8% (era - 4,1% lo scorso trimestre)

  • ordini :  - 13% (era a -8,8% , lo scorso trimestre)

  • redditività : - 17,4% (in miglioramento rispetto allo scorso trimestre in cui era -34,7%).

Il commento di Paolo Barberis Canonico, vice presidente Uib
A commentare l’indagine è Paolo Barberis Canonico, vice presidente Uib con delega all’Economia di Impresa, Sviluppo delle Filiere e Sostenibilità: «Purtroppo Biella, rispetto alla media piemontese, continua a prevedere una tendenza negativa anche per i primi mesi del 2023, con indicatori particolarmente pessimistici per quanto riguarda la produzione industriale e gli ordini. E' un dato su cui pesa l'inflazione, l'aumento dei prezzi e delle materie prime, gli elevati costi energetici: tutte variabili che incidono in modo particolarmente negativo su economie come la nostra, vocate all'export, che devono confrontarsi con competitor internazionali che chiaramente non devono fronteggiare gli stessi handicap. Nonostante questo, si conferma la forza di resilienza della nostra manifattura: le imprese, però, non possono essere lasciate sole. Bisogna intervenire con urgenza sulle politiche energetiche, sull'accesso al credito, sul sostegno agli investimenti, su una riduzione significativa del cuneo fiscale».

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