Emergenza cinghiali, il Piemonte chiede allo Stato più personale per il controllo e il contenimento
Tutte le regioni chiedono urgentemente un intervento del governo in merito all'emergenza cinghiali. Lo ha detto Federico Caner, assessore all'agricoltura della regione Veneto, coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, a margine di una conferenza stampa sull'emergenza cinghiali che si è tenuta a Roma il 14 luglio con la partecipazione dei 21 assessori regionali all'agricoltura.
L'assessore all'agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa ha ribadito: «In Piemonte ci troviamo in una situazione ancora più grave e siamo qui a chiedere allo Stato di risolvere un problema di emergenza. Siamo di fronte ad un bollettino di guerra dovuto ai gravi danni in agricoltura con i campi devastati e alla mancanza di sicurezza sulle strade con incidenti mortali. L’ultimo è avvenuto ieri notte nel Cuneese, a Villanova Mondovì, dove purtroppo ha perso la vita una donna e a nome della Regione esprimo le più profonde condoglianze alla famiglia. - prosegue l'assessore Protopapa - Lo Stato non ci aiuta con una legge vecchia ferma al 1992 (legge 157 del 1992). In più il Piemonte è sotto scacco della peste suina africana. Abbiamo dovuto fermare tutte le attività nei territori interessati dalla peste suina, perché l’emergenza sanitaria della Psa ci impone drastiche ristrettezze di azione nel rispetto di regole europee e sanitarie non condivise. Un danno economico pesante che interessa non solo le aziende agricole. Abbiamo bisogno di soluzioni e di ristori. Abbiamo bisogno di aprire l’attività venatoria temporaneamente e non possiamo affidarci ai soli cacciatori ma occorrono più guardie venatorie e personale dedicato alle attività di controllo e di contenimento».
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dopo l'incidente in cui ieri sera in Piemonte ha perso la vita una donna di 55 anni in un incidente d’auto causato da un cinghiale, ha dichiarato: «Non si può perdere la vita per un cinghiale. Questa tragedia è inaccettabile. Denunciamo da tempo che il problema è di sicurezza pubblica e non solo legato ai danni all’agricoltura. Abbiamo più volte convocato tutte le prefetture e messo in campo ogni strumento che la legge ci dà. Strumenti che però sono totalmente inadeguati. Ora basta. Ieri sera una famiglia è stata distrutta e non possono più bastare le parole di solidarietà e di circostanza. È necessario che lo Stato intervenga. Ha il dovere di farlo e subito».
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