Farmcompany, giochi e coperte a km zero con tessuti e filati di scarto

Nel 2006, dall’incontro di persone con esperienze professionali diverse, nasce FarmCompany, azienda biellese che ha fatto del Made in Italy e della filosofia green la sua bandiera. Concentrata fin da subito su cani e gatti, la società è cresciuta stringendo collaborazioni anche sul territorio, guardando al sociale e sfruttando tessuti e filati destinati al “fine vita”. «Siamo partiti in quattro» spiega Federica Gabasio.
«All’epoca lavoravo nel campo dell’im- port-export, Silvio Cerruti conosceva già il settore mentre mia madre, Silvia De Bianchi, si occupava di contabilità. Abbiamo potuto poi contare su un investitore, Mauro Patrucco che, come noi, pensava che il mondo del Pet fosse un mercato in espansione. E’ stato un salto nel buio ma oggi siamo cresciuti e siamo un bel team di 15 persone».
Nel 2010 l’azienda si è stabilita nei capannoni della Spolina a Cossato dove c’è tutt’ora la sede. «Abbiamo lavorato quasi un anno in back offi- ce, costruendo da zero un catalogo, testando e selezionando articoli, dando un’impronta diversa a quello che si trovava in quel momento sul mercato. Abbiamo puntato sul Made in Italy e su prodotti naturali e sostenibili intercettando il nostro mercato di riferimento, costruendo il brand e un’identità che rispettasse la nostra filosofia, dalla lettiera naturale all’antiparassitario fino alle ciotole in bambù e a collari in fibra di soia». FarmCompany lavora esclusivamente con i negozi in Italia ma anche in Europa ed extra Ue dove ha intenzione di crescere seppure l’attenzione vada anche alle realtà locali. «Abbiamo delle collaborazioni con le aziende biellesi per quanto riguarda gli accessori in tessuto. Due anni fa con l’associazione di volontariato Incontromano, che aiuta le donne immigrate a integrarsi, abbiamo realizzato coperte per cani con scarti di stoffa. Stiamo producendo anche giochi con rimanenze di filati e tessuti destinati a finire nei rifiuti che vendono molto bene anche all’estero. Il settore è in crescita anche per una tendenza all’umanizzazione degli animali che porta il consumatore a essere sempre più attento, esigente e informato su ogni prodotto, dal cappottino allo shampoo, e che va soprattutto alla ricerca della qualità».

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