Grazie agli Amici dell’ospedale dalla rianimazione comunica con la figlia

Grazie alle apparecchiature donate dall’associazione Amici dell’ospedale che hanno reso “smart”, ovvero connesso con il mondo esterno,  il reparto di rianimazione ha potuto mettersi in contatto con la moglie e con la figlia nata appena sette mesi fa. Questa possibilità, regalata dalla tecnologia, ha reso meno difficile il lungo ricovero di 15 giorni per  un uomo di 56 anni di Rivoli.

A gennaio al cinquantaseienne era stata diagnosticata una malattia neurologica. Un duro colpo per lui diventato da poco padre, in un ‘età non più giovanissima. A quella diagnosi, avrebbero fatto seguito lunghi ricoveri. All’ospedale di Ponderano l’uomo è arrivato il primo marzo, in elicottero, da Rivoli. Nell’ospedale della sua città non c’era posto per le cure che avrebbe dovuto effettuare. Al “Degli infermi” si è dovuto sottoporre a un  trattamento di plasmaferesi (una sorta di lavaggio del sangue). Per lui, lontano da casa, e in isolamento, i primi giorni sono stati davvero difficili. L’umore di chiunque sarebbe vacillato. Per l’efficacia della cura è importante avere un atteggiamento positivo.  A quel punto il responsabile del reparto, il dottor Umberto Colageo, ha pensato che sarebbe potuto tornare di grande utilità il mettere e disposizione del paziente gli strumenti informatici del progetto “rianimazione smart’. L’uomo, appena possibile, è stato tolto dall’isolamento e ha potuto iniziare a chiamare casa attraverso skype. Dal suo letto,      più volte al giorno, ha così potuto vedere la figlia - l’idea di perdersi la sua crescita in questi mesi più belli lo tormentava Al momento delle dimissioni il papà torinese ha ringraziato l’Ospedale e il personale sanitario che hanno dimostrato una grande umanità. Nel 2016 la “rianimazione smart” permise a una neo mamma di vedere la sua bambina e di non perdersi un istante della goia di essere diventata madre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA