I 50 anni dell'officina Campagnolo: auto, motori e passione

È il 1973: dopo essersi fatto un’esperienza nella riparazione, Ferruccio Campagnolo apre la sua carrozzeria in via Rosselli arruolando il primo dipendente. Oggi, nei due capannoni (oltre 4 mila metri quadrati), i ragazzi che lavorano per lui con un’età media di 40 anni, sono una trentina mentre il servizio che offre è praticamente a 360 gradi: tutto ciò che può essere collegato a un’auto, dal motore alle gomme, dal noleggio alla revisione, trova risposta negli uffici di via Mongilardi, a un passo da dove, mezzo secolo fa esatto, l’imprenditore ingranò la marcia.
In pochi anni, con il prezioso sostegno della moglie, Fiorenza Canton, in ufficio a seguire la contabilità, consolida la sua scommessa e nel’ 77 riceve il premio Città di Biella come «Carrozzeria preferita». Campagnolo diventa autorizzato Lancia, allora un marchio di grande prestigio; lavora con gli assi del rally, quando il Lana era al suo apice e nei tornanti biellesi si sfidavano in derapata Stratos e Fulvie Hf: «Perazio, Bagna, Verzoletto, Ormezzano, Boggio passavano di qui, prima e dopo le prove» ricorda Campagnolo.
Nel 1995, a 19 anni e fresco di diploma, entra in squadra il figlio Andrea: «Non sapevo nemmeno come si svitava un bullone – spiega – Ho dovuto fare la vera gavetta, imparare tutto da zero e all’inizio non ho avuto vita facile in officina».
Intanto la carrozzeria cresceva con il  numero di dipendenti e dei clienti. «L’idea di diversificare e ampliare il servizio è venuta di conseguenza – prosegue Ferruccio Campagnolo -. Così nel ‘99 abbiamo cambiato sede restando sempre in zona, dove i nostri clienti erano già abituati a venire».
Il primo a essere attrezzato è stato un capannone di duemila metri quadrati per ospitare carrozzeria, meccanica ed elettrauto. Poi due anni dopo l’insegna di gommista e nel 2010 il raddoppio dello spazio con l’apertura dell’autolavaggio, l’officina dedicata alle moto, il centro cristalli e il centro revisioni mentre nel frattempo nel team di comando entrava anche Beppe Zana.
«Abbiamo voluto dare un servizio anche ai disabili, così ci siamo specializzati nelle modifiche della guida e nel montaggio degli accessori per facilitare chi non può condurre un’auto ordinaria. Da due anni abbiamo aggiunto anche il soccorso stradale e ancor prima il servizio cortesia e il noleggio. Oggi abbiamo un parco auto di una ventina di mezzi».
E se agli inizi venivano riparate una dozzina di auto alla settimana, oggi il traffico arriva a sfiorare le 100 vetture. Ma in mezzo secolo quante cose sono cambiate?
«Le tecniche di riparazione prima di tutto. I prodotti che usiamo, in particolare le vernici, sono sostenibili. Il nostro forno ha emissioni ben più leggere di un tempo. Già nel 2011 abbiamo investito sul fotovoltaico e ora vogliamo potenziare l’impianto per arrivare entro il 2026 a essere autonomi. Ovviamente le attrezzatura si sono alleggerite e velocizzate e siamo stati fra i primi del settore ad adottare un gestionale elettronico, alla fine degli Anni 90, per organizzare meglio il lavoro».
E pure l’era dell’officina buia, delle mani perennemente sporche, le tute con le macchie croniche è finita: «Oggi occorre conoscere e saper essere  all’altezza di questo mestiere. Si ha a che fare con la diagnostica, con la parte elettrica sempre più complessa e spesso tutti noi facciamo corsi di aggiornamento. Siamo un team affiatato e ci piace accogliere i clienti come amici».
In 50 anni è poi aumentato il numero di auto per famiglia, i carburanti fino all’elettrico, ma pure gli incidenti. L’analisi di Andrea Campagnolo arriva puntuale. «Una volta gli incidenti avvenivano per distrazione e ancor di più per colpa di chi fumava. Accendere e cercare una sigaretta erano le cause più frequenti dei danni alla carrozzeria. Adesso sono i telefoni: purtroppo ancora molti non si rendono conto che chiamate, messaggi rappresentano un rischio altissimo. Le auto elettriche? E’ un mondo ancora da capire. Noi ci abbiamo creduto da subito, già dall’ibrido,. Siamo passati dalla benzina ai diesel, dal gas al metano, arriverà l’idrogeno. Siamo pronti, continueremo a diversificare come abbiamo sempre fatto». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA