I progressi della medicina e le tematiche del "fine vita"

«I progressi della medicina hanno cambiato in modo profondo, in molte situazioni, la condizione di “fine della vita”, che oggi è collegata non solo alla gravità della malattia in atto, ma anche a come i malati e i loro familiari si confrontano con quella situazione e alle loro possibili scelte nei confronti dei trattamenti disponibili. Oggi la tecnologia medica è in grado di mantenere in vita malati in condizioni cliniche che in precedenza li avrebbero condotti alla morte e nelle quali il sopraggiungere della morte sarebbe stato probabilmente considerato una benedizione. Il cardinale Carlo Maria Martini, in un suo libro, ricordava che “la crescente capacità terapeutica della medicina consente di protrarre la vita in condizioni un tempo impensabili”. Papa Francesco, in un messaggio inviato il 7 novembre 2017 all’Assemblea della World Medical Association ha ricordato, con parole molto simili a quelle del cardinale Martini, che «…oggi è anche possibile protrarre la vita in condizioni che in passato non si potevano neanche immaginare. Gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute. Occorre quindi un supplemento di saggezza…». A parlare è il dottor Carlo Peruselli che, come ex presidente e membro attuale del Consiglio direttivo nazionale della Società Italiana di Cure Palliative, ha partecipato a un incontro a Roma, al Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti ricevuto, venerdì 19 gennaio, una delegazione di rappresentanti delle Cure Palliative, composta da professionisti che lavorano in questo tipo di attività, presidenti di alcune organizzazioni non profit e di volontariato, funzionari del Ministero della Salute.

Martedì 23 gennaio su Il Biellese un'intervista sulle tematiche del fine vita.

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