Il flop della "sagra dei cortili" del Pnrr

Perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza non decolla? Perché è stato necessario mettere in campo una task force guidata dalla Prefettura per aiutare le amministrazioni comunali a perfezionare progetti e domande di finanziamento? Semplice: quello che doveva essere un programma per l’ammodernamento del Paese (e Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno), si è trasformato nella “sagra dei cortili”, nel senso che gran parte delle risorse da investire sono state assegnate ai Comuni che hanno svuotato i cassetti dove giacevano vecchi progetti mai attuati cercando di vincere questa improvvisa lotteria per risolvere i loro problemi. Il risultato è che dove le macchine comunali riescono a farcela si spendono le risorse, ma per opere che hanno una rilevanza poco più che rionale, mentre dove il meccanismo si inceppa, i soldi restano in cassa pronti per essere restituiti all’Unione Europea. L’allora viceministro per lo sviluppo economico del governo Draghi Gilberto Pichetto, quando la giunta regionale di Alberto Cirio organizzò un tour del Piemonte per raccogliere i progetti da tutti i Comuni, l’aveva detto proprio in un’intervista al nostro giornale: «Attenzione, le risorse del Pnrr devono essere investite in progetti di filiera di rilevanza regionale o nazionale, non in tanti piccoli rivoli per soddisfare le esigenze delle piccole comunità, altrimenti perdiamo di vista il vero scopo di questa gigantesca operazione di finanziamento pubblico». Sante parole, purtroppo inascoltate.

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