Il “Terzo Paradiso” al Polo Sud: grazie a Cavalli ora è una “via”

Antartide - Omaggio al maestro Pistoletto

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L’alpinista di Vigliano, con i compagni Sanguineti e Dell’Agnola della spedizione del Cai, ha dedicato la salita al Gateway Ridge, sulla Anverse Island, al simbolo della Città Creativa Quindici giorni dopo la realizzazione di una nuova via d’arrampicata sul Mucrone, che la guida alpina Stefano Perrone ha voluto dedicare all’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura che a novembre ha proclamato Biella come “Città Creativa” e a dicembre ha inserito l’alpinismo nell’elenco dei beni immateriali dell’umanità, arriva dall’Antartide la notizia che i tre alpinisti della spedizione promossa dalla sezione di Biella del Club alpino, tra loro Gian Luca Cavalli di Vigliano, hanno aperto una via d’ascensione alla Gateway Ridge (Anverse Island). La via (700 metri di sviluppo, di difficoltà AI5, M5) è stata battezzata “Terzo Paradiso” in onore del segno grafico del maestro Michelangelo Pistoletto assurto a simbolo proprio della “Città Creativa”. A legare le due imprese alpinistiche c’è un filo rosso comune. Non è un caso che l’alpinismo, una disciplina che richiede una forte componente di creatività, sia nato proprio nella città culla del tessile, altra attività dove l’inventiva e la passione sono elementi essenziali.Nel fine settimana i tre alpinisti, oltre a Cavalli il genovese Marcello Sanguineti e il bellunese Manrico Dell’Agnola, sono riusciti a mettersi in contatto con Biella. Oltre alla nuova via “Terzo Paradiso” hanno scalato una montagna ancora senza nome e mai salita in precedenza (vedi articolo sotto) e hanno proseguito a raccogliere campioni di ghiaccio per una ricerca che conduce il professor Marco Vecchiato dell'Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche volto a verificare il grado di contaminazione da microplastiche.La spedizione, supportata dal Cai centrale e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Biella, con il patrocinio della Città di Biella, si avvia ora verso la sua conclusione. In questi giorni i tre compagni d’avventura hanno riaffrontato la difficile traversata dello Stretto di Drake, dove si incontrano i sue oceani, da un lato il Pacifico, dall'altro l'Atlantico, e ora si trovano a Puerto Wiliams in Cile. Da qui li attende l'ultimo tratto di mare fino ad Ushuaia nella Patagonia Argentina. Cronache da oltre la fine del mondoIn cima dopo 18 ore ininterrotte di scalata: «Una grande emozione»Quando da noi in Italia era mezzogiorno di martedì, è arrivata l’ultima comunicazione via mail dai tre alpinisti della Antartic Expedition 2020, il biellese Gian Luca Cavalli, e i compagni Marcello Sanguineti e Manrico dell’Agnola. Ancora una volta i collegamenti satellitari, piuttosto precari, non hanno consentito l’invio di materiale fotografico. Di seguito pubblichiamo il loro diario. I tre nei prossimi giorni dovrebbero riprendere la via del ritorno e riattraversare il tempestoso Stretto di Drake dove si incontrano l’Atlantico e il Pacifico.L’EMOZIONE DI INDOSSARE I RAMPONI A PELO DELL’ACQUASono le 8 del 16 gennaio quando il gommone ci sbarca ai piedi della seraccata che precipita nella Borgen Bay, nel punto in cui un pendio a 50° consente di arrivare sul plateau dal quale parte la Gateway Ridge, dove abbiamo individuato la via che tenteremo di aprire. L’emozione di calzare i ramponi a pelo dell’acqua e di iniziare a procedere in piolet-traction mentre le onde sfiorano i piedi è indescrivibile. Il ghiacciaio è molto tormentato. Numerosi larghi crepacci che dalla barca non era possibile vedere ci costringono a un percorso tortuoso, con continui su e giù.LA RACCOLTA DEI CAMPIONI DI GHIACCIO PER LO STUDIO DELLA CONTAMINAZIONE DA PLASTICHEOgni tanto riempiamo le provette di neve a diverse quote, integrando così la raccolta di campioni con prelievi in quest’area, preziosi per il progetto scientifico coordinato da Marco Vecchiato, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, con il quale collaboriamo. UN’INASPETTATA DIFFICOLTÀProprio  quando siamo arrivati all’altezza della terminale e un traverso verso sinistra ci porterebbe all’attacco, ci troviamo di fronte una seraccata che non concede alternative: dobbiamo disarrampicare un centinaio di metri e fare una calata in corda doppia, per poi ricominciare a salire seguendo una diversa linea, che evita la seraccata. Accidenti, tempo perso…!AI PIEDI DEL TERMINALEFinalmente, dopo 4 ore abbondanti, arriviamo ai piedi della terminale. Tiri di ghiaccio e misto ci portano alla base di una seconda terminale, il cui superamento offre passaggi verticali e leggermente strapiombanti e rappresenta la porta di accesso alle goulotte centrali, su ghiaccio che offre discrete possibilità di protezione. Arriviamo così a una seconda sezione di misto, che il giorno precedente, studiando la linea dall’Ice Bird, pensavamo di evitare, ma che, invece, scegliamo di percorrere per evitare il pericolo oggettivo rappresentato dalle cornici sospese su di noi. La sorpresa finale sono i ripidi pendii terminali su neve inconsistente, i funghi e le cornici, che rendono delicata la protezione e richiedono l’uso di fittoni e corpi morti, in un ambiente da scalata sulla ovest del Cerro Torre.NASCE LA VIA “TERZO PARADISO”: SETTECENTO METRI, DIFFICOLTÀ AI5, M5Dopo la “Via della Seta”, aperta il 10 gennaio su una punta degli Zeiss Needles che abbiamo battezzato “Cima Cocoon”, nella Arctowsk Peninsula, fra un prelievo e l’altro di campioni di neve per il progetto scientifico nasce così “Terzo Paradiso” (700m, AI5, M5), sulla Gateway Ridge, la più bella delle nostre realizzazioni durante questa trasferta oltre la “fin del Mundo”. Si tratta di un condensato di alpinismo sull’Anvers Island, un’isola che si tuffa in mare con gigantesche seraccate dalle quali si staccano enormi iceberg punteggiati di pinguini. In questa via nel cuore dell’incredibile ambiente antartico, le goulotte di ghiaccio si alternato a tratti di misto, i funghi ritagliano angoli di mare dove spuntano balene e le cornici di neve sembrano arabeschi disegnati da un gigante-artista che vive nel continente ghiacciato.UNA VISTA INDESCRIVIBILE: FIORDI GHIACCIATI, PINGUINI E BALENEDalla vetta il panorama spazia sui giganti dell’Anvers Island, il Mount Français e la sua Bull Ridge, il Mount Agamennon, il Rennie, il Mount Williams e, dalla parte opposta, oltre il Neumayer Channel, arriva fino alle montagne della Wiencke Island, dal Wall Range al LuigiPeak e alle Fief Mountains. Tutto intorno fiordi ghiacciati, iceberg alla deriva, insenature e baie delimitate da seraccate impressionanti. E poi… la sensazione incredibile di aver iniziato la scalata dal mare, piantando le piccozze mentre i ramponi erano ancora lambiti dall’acqua salata! Per il rientro decidiamo di scendere dal versante opposto, che precipita sul Hooper Glacier Con tratti di disarrampicata e calate in doppia raggiungiamo il pianoro glaciale. A questo punto, occorre riportarsi sul versante della Borgen Bay, poi chiamare i nostri skipper Oli e Dave con la radio o il satellitare e programmare il punto di pick-up col gommone. Vogliamo evitare il lunghissimo percorso che sarebbe richiesto per ritornare al punto di drop-off, quindi con la radio chiediamo a Oli di individuare dall’Ice Bird un punto di recupero alternativo e di aiutarci dalla barca nella scelta del percorso, dandoci indicazioni su come muoverci fra crepacci e seraccate. Dopo un lungo vagabondare a zig-zag, salite e discese di seracchi e passaggi su ponti di neve, riusciamo ad arrivare sulla cima di un seracco a picco sul mare. La discesa si conclude con la più incredibile doppia su abalakov che abbiamo mai fatto: la calata ci deposita sugli scogli a filo dell’acqua, a non più di un metro dallo Zodiac, dove ci accoglie entusiasta Oli. Se non fosse per la paura di bucare il gommone con i ramponi, potremmo arrivarci direttamente al termine della doppia!IN TEMPO PER FESTEGGIARE IL COMPLEANNO DI MARCELLOLa luce dell’estate australe trae in inganno, ma sono quasi le 2 di notte: dopo 18 ore ininterrotte di scalata, sull’Ice Bird ci aspetta una cena a base di pollo alla brace e verdure, accompagnata da Malbec e seguita a sorpresa da torta e champagne: Oli e Dave non hanno dimenticato che abbiamo fatto la salita il giorno del compleanno di Marcello! Made in BiellaCOCOON: UN TESSUTO, ORA ANCHE UNA VETTAOltre alla via “Terzo Paradiso”  Gian Luca Cavalli, Marcello Sanguineti e Manrico Dell’Agnola hanno aperto un’altra via chiamata “Via della Seta” che dà acceso a una vetta che non era mai stata calcata da nessun uomo.Questa cima è stata battezzata “Cocoon” che significa bozzolo. Il nome della via e quello con cui è stata nominata la vetta non sono casuali.I tre alpinisti, tutti accademici del Club alpino accademico italiano, hanno infatti testato, in questo mese di spedizione, il nuovo tessuto in pura seta realizzato dal lanificio Botto Giuseppe.La vetta “Cocoon” si trova sugli  Zeiss Needles nella Arctowsk Peninsula.Il nuovo tessuto, messo a punto dall’azienda biellese, offre prestazioni di comfort  e traspirabilità che lo rendono particolarmente adatto all’attività outdoor anche in condizioni estreme. Verrà presentato ufficialmente a luglio durante IdeaBiella a Milano Unica.

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