Il viaggio in bicicletta di Edoardo Bernascone, dalla Mongolia all’Italia. «E in Turchia si sente odore d’Europa»

Il trentenne di Pollone, partito lo scorso maggio dalla Mongolia, è arrivato in Anatolia sulle sponde del Mediterraneo Racconta l’avventura attraverso il Kurdistan dove ha conosciuto il dramma della popolazione yazida perseguitata da Daesh.

Edoardo Bernascone, per gli amici Edo, 29 anni, da Pollone, il suo viaggio l’aveva iniziato lo scorso maggio quando si era imbarcato da Malpensa per Ulan Bator, la capitale della Mongolia. Il suo sogno era ed è quello di attraversare tutta l’Asia, sulla Via della Seta, sino a raggiungere l’Italia, sulle tracce di Marco Polo, in sella a una bicicletta. Per far questo Edo, un lavoro da commerciale, aveva ottenuto un anno sabbatico. Ora il tempo sta per scadere e dalla Turchia dove si trova dice: «Sento già aria d’Europa». Lo scorso novembre, il ciclista biellese, in Iran, era stato vittima di un tamponamento che gli aveva causato qualche escoriazione, fortunatamente nulla di grave, ma che aveva danneggiato irrimediabilmente la sua due ruote. Edoardo, dopo una temporanea interruzione con il rientro a Biella, a gennaio hai ripreso il viaggio. Sei ripartito da dove l’avevi lasciato? Ho ripreso il viaggio da Esfahan nel centro dell Iran, un inizio simbolico perché è stata l’ultima città in cui ho viaggiato prima di prendere l’aereo da Teheran e tornare in Italia per prendere la nuova bici e fare i controlli medici a seguito dell’incidente. A Esfahan inoltre avevo un appuntamento con Guillaume, un ragazzo svizzero anche lui in bicicletta, partito dall’India circa 15 mesi fa. L’idea era di provare ad attraversare, a colpi di pedale, la regione del Kurdistan che include tre nazioni: Iran, Iraq e Turchia. Non ci sono molte informazioni a riguardo e attraversarlo in inverno rendeva il progetto ambizioso e nuovamente avventuroso. Soprattutto la parte del Kurdistan iracheno, regione che è possibile attraversare da pochissimo tempo, rappresentava per noi finalmente vera esplorazione. Dove vi trovate attualmente. Avete raggiunto il Mediterraneo? Oggi dopo circa due mesi di viaggio, e 2.300 chilometri, più di 9.000 in totale, siamo arrivati a Mersin che è una città dell’Anatolia meridionale affacciata sul mare. Un viaggio incredibile ci ha portato a conoscere il cuore di queste regioni dimenticate dove città millenarie, tradizioni tribali e turbanti si mischiano in un esperienza di viaggio e di vita entusiasmante. Che esperienza è stata attraversare il Kurdistan? Passare dal Kurdistan iracheno significa anche passare molto vicino a zone che fino a poco tempo erano in guerra, dove c’era Daesh. Significa vedere migliaia di persone vivere in campi profughi lungo i confini con la Siria, la gioia dei bambini quando passavamo in bicicletta e le lunghissime file di tende che si perdevano nell’orizzonte. Oggi tra Turchia e Siria c’è un muro — fa impressione — lungo centinaia di chilometri. Sembra un serpente che scivola minaccioso attraverso le pianure della Mesopotamia. Immagino che nella tua esperienza di viaggio sia importante anche l’incontro con le persone dei luoghi che attraversi? Tra i tanti incontri ho avuto la fortuna di conoscere Khalil. Khalil è un Iracheno yazida costretto a scappare dalla sua città a seguito dell’invasione di Daesh (Isis). Khalil ci ha ospitato e ci ha raccontato la sua storia, della sua vita normale prima della guerra e poi della fuga alla ricerca di un nuovo futuro. E’ facile comunicare nonostante le barriere linguistiche? Racconto questo episodio. Terzo giorno in Turchia, tanta pioggia. Cerchiamo un riparo perché pedalare è impossibile, troviamo una moschea a bordo strada, decidiamo di fermarci finché non cali un pochino. All’improvviso uno, due, tre, dieci bambini saltano fuori e ci osservano curiosi. Uno di questi parla un po’ di inglese e ci invita senza giri di parole a casa sua. La serata è fantastica e nel giro di poche ore ci sentiamo parte di questa grande famiglia, nipoti, nonne, zii e cugini, vivono tutti nella stessa casa. Solo un ragazzo sa qualche parola di inglese ma la differenza linguistica non è importante, il calore e i sorrisi nell’aria non hanno bisogno di essere tradotti. Ora come proseguirà il tuo viaggio? Puoi dare qualche anticipazione a chi ti segue anche su Facebook e sul blog sulfilodiseta.it (pagina curata dall’Italia da Alessandro Ceffa)? In questi giorni di riposo stiamo pensando al proseguo del viaggio, proseguire lungo la costa turca sembra comodo e bello ma turistico e ormai senza avventura, l’idea quindi è di cercare un traghetto e provare ad andare in Libano!

 

Gli yazidi - Una minoranza in pericolo
Nel nord-ovest dell’Iraq, nella piana di Ninive, vive la minoranza etnico-religiosa degli yazidi, un popolo affascinante e ricco di storia sotto diversi punti di vista affine ai conterranei curdi, ma da questi distinto sotto il profilo culturale. Nell’area gli yazidi vivono da centinaia di anni dopo esser venuti a contatto con la sequela di invasori, conquistatori e colonizzatori che si sono succeduti nell’attuale Mesopotamia, e essere sopravvissuti a una serie di persecuzioni religiose. Di queste, l’ultima e più brutale ha svelato la barbarie dello Stato islamico, che nel 2014 avviò una campagna di omicidi di massa, sequestri e conversioni forzate contro gli yazidi.

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